
Una class action contro Meta e Tik Tok per proteggere gli "under 14" dai pericoli dei social. L'ha presentata il Moige (Movimento italiano genitori) assieme a un gruppo di genitori. Si tratta di un'azione legale innovativa per impedire che bambini e adolescenti possano essere vittime sui social di pratiche dannose quando non illegali.
Il ricorso, presentato ieri, è stato depositato lo scorso luglio presso il Tribunale di Milano e la prima udienza è fissata per il 12 febbraio 2026. L'azione si basa sull'articolo 840-sexiesdecies del codice di procedura civile, che consente a chiunque abbia interesse di agire per ottenere l'ordine di cessazione o il divieto di reiterazione di condotte omissive o commissive poste in essere a danno di una pluralità di soggetti.
"A nostro avviso - spiega Antonio Affinita, direttore generale del Moige - purtroppo la protezione dei minori non solo non viene perseguita adeguatamente, ma addirittura si danneggiano i minori tramite algoritmi che creano disagio e dipendenza. Questa azione legale, pertanto costituisce un passo urgente necessario". L'avvocato Stefano Commodo ha illustrato le basi giuridiche dell'iniziativa, frutto del lavoro durato due anni di un gruppo interdisciplinare composto, tra gli altri, da giuristi, ingegneri informatici e neuropsichiatri, che ha portato al deposito di un ricorso "fondato sui nuovi strumenti legislativi di tutela collettiva, consentendo ai genitori, parti lese, di coalizzarsi per affrontare il confronto con gruppi multinazionali".
L'azione legale si articola in tre macro-aree: il primo è il rispetto dell'obbligo di verifica dell'età e del divieto di accesso ai social per i minori di 14 anni, visto che Facebook, Instagram e TikTok consentono facilmente l'iscrizione illegale di minori; la seconda riguarda l'eliminazione dei sistemi che creano dipendenza dalle piattaforme, in particolare la
manipolazione algoritmica e lo scroll infinito dei contenuti, meccanismi a cavallo tra informatica e persuasione; la erza richiesta è l'obbligo di corretta, chiara e diffusa informazione sui pericoli derivanti dall'abuso dei social.