«Io non so più come dirlo, mi sembra che si faccia apposta a non capirmi. Alfredo Cospito non è un folle, non è uno jihadista, e soprattutto non sta cercando il martirio».
Flavio Rossi Albertini, avvocato dell'anarchico rinchiuso nel carcere di Opera, spiega al Giornale qual'è la linea che il suo assistito intende proseguire nella battaglia che lo ha portato sulle prime pagine dei quotidiani e ha fatto di lui un simbolo per gli estremisti di mezzo mondo. Una battaglia in cui fin dall'inizio Cospito ha unito due obiettivi: il suo, personale, di rimozione del decreto del ministero della Giustizia che gli ha applicato il regime di massima sicurezza; il secondo, più generale, per la abrogazione completa del 41 bis dalla legge penitenziaria.
É questa duplicità di obiettivi che ha reso fin dall'inizio impervia una soluzione al caso Cospito, e raramente i messaggi mandati dall'anarchico attraverso le dichiarazioni ai parlamentari arrivati in cella a visitarlo hanno fatto chiarezza. Ma ora il suo legale - che fin dall'inizio ha seguito un profilo più pragmatico del suo assistito - fa un po'di chiarezza.
Cerchiamo di essere semplici, avvocato. Quali sono esattamente le condizioni alle quali Cospito è disposto a riprendere a mangiare?
«É semplice: riprenderà ad alimentarsi nel momento stesso in cui venisse tolto dal regime di alta sicurezza che gli è stato impropriamente applicato».
E tutto il resto? La battaglia per tutti gli altri detenuti al 41 bis, gli anziani e malati" di cui ha parlato nelle sue ultime dichiarazioni?
«Cospito è un soggetto politico che fa una battaglia politica. Dentro questa battaglia c'è a pieno titolo la abolizione del 41 bis dal nostro ordinamento. Ma è chiaro che nessuna modifica legislativa, anche se ce ne fossero la volontà e le condizioni, potrà mai essere approvata in tempo per evitare la morte di Cospito. Quindi lui, proprio perchè non è matto e non è un aspirante suicida, ora chiede di essere tolto dal 41 bis. Poi continuerà a fare sentire la sua voce perchè quell'articolo venga soppresso. Ma lo farà da vivo».
Il ministro Nordio ha tempo fino a domenica prossima per decidere sulla revoca. Siete ottimisti?
«Se si guardasse al profilo di Cospito io sarei assolutamente fiducioso nella revoca, perché non c'è nulla nella sua storia processuale e politica che abbia a che fare con i contesti per i quali l'articolo 41 bis è stato introdotto nel nostro ordinamento. Ma domenica prossima non c'è solo la scadenza della nostra istanza, ci sono anche le elezioni regionali, e il mio timore è che si voglia infierire su Cospito per dimostrare fermezza contro la feroce galassia antagonista che secondo alcuni esisterebbe nel nostro paese. Io ho cinquant'anni, ai tempi dell'eversione ero un ragazzino e mi ricordo poco. Ma credo che fosse una situazione ben diversa».
Converrà che gli attentati e le violenze commesse in questi giorni a suo nome non giovano alla causa di Alfredo Cospito.
«Ma non possono neanche essere usati come alibi per non dargli giustizia.
Di cosa stiamo parlando? Di inezie, di punzecchiature sulla schiena di un'elefante. Guardi, Cospito fa una battaglia politica, io faccio l'avvocato e faccio una battaglia giuridica. E dal punto di vista giuridico so che non può essere tenuto al 41 bis».
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