Le fiamme e l'antica paura di non saperle domare. Il mostro, la grande bestia che sfugge al controllo dell'uomo, che divora tutto. Fuoco e fiamme e paura. Londra che va a fuoco sprofonda nell'incubo di quel passato che ritorna. Dopo il rogo alla Grenfell Tower, dove hanno perso la vita anche la coppia di architetti italiani, l'altra notte in una delle zone più turistiche della città, al Camden Lock Market, con oltre mille negozi, a nord di Londra, c'è stato un altro incendio. Paura e panico. Ci sono volute più di due ore ai pompieri -oltre 75 con una decina di mezzi- per domare le fiamme che sono divampate in un ristorante asiatico o forse in un negozio di chitarre. I pompieri sono stati chiamati poco dopo la mezzanotte ma l'incendio si è propagato velocemente e ha avvolto in pochi minuti il primo, il secondo e il terzo piano di un edificio, fino al tetto. Non ci sono feriti, ma rimane tanta paura.
Nel febbraio del 2008 era divampato un altro grande incendio che aveva costretto a chiudere il mercato per mesi. Nel 2014 un altro rogo obbligò a evacuare 600 persone. L'incendio a Camden Market segue di appena un mese quello alla Grenfell Tower, che ha distrutto il grattacielo di 24 piani e ha provocato 80 morti. Ieri mattina è stato evacuato il Parlamento perché era scattato l'allarme che segnalava un incendio. Dopo poco però è stato concesso a tutti di rientrare a Westminster. Falso allarme, ma che dà il senso dell'insicurezza. E la memoria torna là, al passato, alla «grande bestia».
Il più disastroso incendio fu quello del 1666 in Pudding Lane. E non è mai stato cancellato dalla memoria della città. Partito da un fornaio che prima di andare a dormire non aveva spento bene il suo forno, scatenò l'inferno. Il vento e l'iniziale noncuranza lasciarono il tempo alle fiamme di propagarsi e mangiare tutto quello che incontrarono. Fu facile allora bruciare tutto. Casette con il tetto di paglia, attaccate una all'altra. Tre giorni senza tregua. Ancora oggi, all'angolo tra Giltspur Street e Cock Lane si può vedere una statuetta dorata chiamata «Fat Boy» messa lì per ricordare il luogo dove finalmente il disastro s'arrestò. Ci fu perfino chi dette all'incendio un connotato politico attribuendolo ad un gesto terroristico di stampo papista. Il solo effetto benefico fu di far diminuire la virulenza della precedente epidemia di peste dato che gran parte dei ratti, portatori dell'infezione, finirono tra le fiamme. Passano gli anni, si arriva al 1834. Dove sorge il complesso delle Houses of Parliament, c'era una volta un palazzo, era residenza reale e luogo di riunione per rappresentanti delle province.
Dalle fiamme scampò solo la Westminster Hall con le sue imponenti proporzioni, l'immensa finestratura che riempie un'intera parete, le travature di quercia dello Hampshire che sorreggono il soffitto.Memorie di un inferno sempre pronto a tornare.
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