Nicola Zingaretti è sotto assedio. Il segretario del Partito Democratico sta giocando la partita più importante della sua giovane segreteria con il rischio, grosso e concreto, che possa essere l'ultima. Già, perché il suo ruolo è già in bilico: se la trattativa con Luigi Di Maio e il Movimento 5 Stelle non dovesse andare a buon fine, per i dubbi dello stesso capo politico Pd, più di un dem è pronto a fargli la pelle. Su tutti, Matteo Renzi, che insieme ai suoi fedelissimi, punta a riprendersi il partito. Anche, se non soprattutto, attraverso un Giuseppe Conte-bis.
Sono tanti i sostenitori di un governo giallo-rosso: oltre all'ex premier e al suo "giglio magico", ecco il padre fondatore Romano Prodi, alti papaveri di Bruxelles e anche esponenti della Chiesa. E Zingaretti si sente messo all'angolo, spalle al muro: un esecutivo con i 5 stelle è una bomba a orologeria pronta a scoppiare in qualsiasi momento (che effetti devastanti per il consenso, che già non sorride troppo al Pd), ma l'alternativa porta con sé una rottura definitiva nel partito, con Renzi pronto ad andarsene. Nel mentre, l'ex sindaco di Firenze, così come racconta a La Repubblica un suo fedelissimo, gongola: "Matteo ritiene d'aver fatto un capolavoro politico, se il governo nasce è merito della sua intuizione e lui gode come un matto per essere tornato protagonista".
Luciano Nobili, infatti, spiega: "Il fatto è che c'è un pressing impressionante da parte di pezzi importanti dell'establishment - dai vescovi alle cancellerie europee ai padri nobili del Pd - affinché questo governo parta.
Se però si chiude come vuole non solo il M5S ma anche una grossa parte del nostro partito, Zingaretti rimarrà tagliato fuori dai giochi. Agli occhi dell'opinione pubblica l' alter ego di Salvini diventerà Conte e nel Pd l' uomo forte sarà Renzi. Che piano piano comincerà a suonarle a tutti, a cominciare dal segretario".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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