I libdem e il problema alla loro sinistra

La trasformazione del Pd in partito massimalista è impressionante: con la segreteria Schlein è passato dall'essere partito istituzionale a partito anti-sistema

I libdem e il problema alla loro sinistra

I liberaldemocratici che stanno a sinistra Italia Viva, Azione, Partito Liberaldemocratico, perfino i residuali riformisti del Pd si dovranno pur porre una buona volta il serio problema della propria incompatibilità con i nemici di Israele. Se c'è un aspetto inquietante che gli scioperi e le manifestazioni della "settimana rossa" hanno messo in luce è che a sinistra abita e si alleva un cattivo sentimento antisionista che ahimè scivola in modo disinvolto nell'antisemitismo. C'è da meravigliarsene? Umberto Terracini dico: Umberto Terracini, padre costituente, comunista, perseguitato dal fascismo lo aveva previsto: "La crociata contro Israele è l'ultima incarnazione dell'antisemitismo". Nel suo partito gli diedero retta in pochi. Oggi? Nessuno. Quindi, non c'è da meravigliarsi. C'è solo da reagire e prendere le distanze. Tocca ai liberaldemocratici che stanno a sinistra farlo perché i liberali che stanno altrove, dentro e fuori i partiti, lo hanno già fatto ampiamente con opere, parole, esempi. Il padre dei liberaldemocratici, del resto, ossia Mario Pannunzio e il suo Mondo, era perfettamente consapevole di dover difendere Israele. E Oriana Fallaci, che lo ammirò da vivo e da morto, giustamente così lo descrisse: "La mia più grande ambizione di giornalista sarebbe stata quella di scrivere sul Mondo di Pannunzio. Molti vantano di essere stati collaboratori di quel mitico giornale, ma c'è chi poi ha tradito Pannunzio anche su temi irrinunciabili come, ad esempio, la difesa di Israele. Pannunzio fu un fermo difensore dell'Occidente. L'ho sempre ammirato molto". I liberali che stanno a sinistra hanno questo compito decisivo da svolgere: riannodare i fili della politica di quella parte con la cultura libera e liberale di cui Mario Pannunzio e Oriana Fallaci come si vede sono stati in tempi e modi diversi fieri e ragionanti difensori. Non c'è battaglia civile più importante.

La trasformazione del Pd in partito massimalista è impressionante: con la segreteria Schlein è passato dall'essere partito istituzionale a partito anti-sistema. La sua unica idea è un'ossessione: il fascismo al potere. Ma come sanno anche le pietre è una menzogna che denota non solo la debolezza politica del partito ma anche il confuso anacronismo intellettuale e morale che c'è nel partito e intorno al partito ridotto a un continuo assemblearismo studentesco. È vero quel che ha detto Paolo Gentiloni: le opposizioni così come sono non rappresentano un'alternativa di governo. Ma non solo non rappresentano un'alternativa di governo. Sono anche un pessimo modello (sub)culturale che, con la solita cinghia di trasmissione della Cgil, influisce negativamente sulla gioventù italiana. Ormai, questo non è nemmeno più un problema politico e partitico ma è un dramma nazionale che coinvolge le scuole, le università, le redazioni, le lettere e tutte quelle realtà che Gramsci chiamava le casematte e che a furia di pensarsi, senza ironia e senza studio, il sale della terra sono, oggi, più matte che case. Almeno in questo Marx aveva ragione: la storia è una tragedia la prima volta e una farsa la seconda volta. Ma qui non stiamo alla seconda volta. Qui stiamo alla terza, alla quarta, alla quinta volta che si sacrificano sull'altare dell'indecenza le giovani generazioni. Qui stiamo all'eterno ritorno dell'uguale con una sinistra italiana che vuol sempre cambiare il mondo ma non ha capito che deve cambiare sé stessa perché il suo mito rivoluzionario e i suoi assolutismi morali non sono compatibili con la democrazia liberale, con il mondo moderno e con la più elementare decenza che richiede che un politico sia un lavoratore delle cose possibili e non un demagogo delle cose impossibili.

I liberaldemocratici che stanno a sinistra, dunque, critichino quanto vogliano il governo Meloni, le incongruenze di Salvini e la chioma di Trump ma sappiano che il loro vero problema - il problema italiano - è alla loro sinistra e la politica e la cultura liberale, ovunque si trovino, funzionano solo se costituiscono una critica permanente, per dirla nientemeno che con Cavour, della rivoluzione e della reazione. Che a volte sono la stessa cosa.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica