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Trasparenza per contrastare la povertà educativa

Nell'ultima audizione al Senato del ministro dell'Istruzione Bianchi si è frantumato il muro dell’ideologia e si sono chiariti i punti fondamentali a favore del pluralismo: autonomia, parità, libertà di scelta educativa

Trasparenza per contrastare la povertà educativa

Nel corso dell’audizione del ministro Bianchi in commissione Scuola al Senato mi pare proprio di aver rilevato un’inversione di tendenza. Cambiano i toni, molto più pacati, ma anche i contenuti, molto più costruttivi. È proprio caduto il muro dell’ideologia: anche quelle singolari voci, intrise di pregiudizi, che si levavano contro le scuole paritarie definite le scuole dei ricchi per i ricchi, ormai non ci sono più. C’è piena convergenza a favore del pluralismo, della libertà di scelta educativa, di un sistema scolastico scontatamente composto da scuole pubbliche statali e pubbliche paritarie; ora si stratta di dare alle prime autonomia, alle seconde libertà. Edilizia scolastica, attenzione alla disabilità, integrazione e contrasto alla povertà educativa, superando le diseguaglianze: si sono toccati tutti i temi inerenti l’universo scolastico italiano. Possiamo dire che, nonostante il covid e in parte come conseguenza dello stesso, si sia verificato un positivo cambio di rotta: si è frantumato il muro dell’ideologia e si sono chiariti i fondamentali: autonomia, parità, libertà di scelta educativa. In particolare uno degli interventi ha attirato la mia attenzione per la novità di modulazione dei toni e per lo spessore dei contenuti: mi riferisco all’intervento della senatrice Granato. È sparita ogni avversione pregiudiziale nei confronti delle scuole paritarie, non più considerate postifici o diplomifici che derogano le graduatorie e il sistema, e sinceramente, se un’azione chiarificatrice è servita ad abbattere l’ideologia, frutto forse di non conoscenza, ciò è motivo di soddisfazione.

Nel corso dell’audizione del ministro Bianchi sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, registriamo pure un’ampia convergenza sulle tematiche inerenti autonomia, parità, libertà di scelta educativa, integrazione, nonché sulla necessità di colmare le diseguaglianze, le disparità educative, la deprivazione culturale, il divario fra il Nord e il Sud. Cambia l’approccio, che diviene di sistema e sistemico. Un cambiamento lo si intravede dalle parole della senatrice Granato, che ha ripercorso gli ultimi disdicevoli accadimenti che hanno interessato le scuole calabresi: falso in atto pubblico a carico di quelle scuole che, fregiandosi del titolo di pubbliche, in realtà erano dei diplomifici. C’è l’indagine in corso: questa è una piaga atavica – non solo calabrese - che occorre smascherare e smantellare sfidando i poteri malavitosi che se ne nutrono.

La senatrice Granato, con una consapevolezza (voglio pensare) nuova rispetto al passato, è intervenuta in aula compiendo un significativo passo in avanti e indicando che nell’ambito della trasparenza delle scuole paritarie, la pubblicità dei bilanci è la chiave di volta per dare giustizia a quelle scuole paritarie serie che non meritano di essere associate alle scuole malavitose (chioso io). Ha ragione: le scuole paritarie sono scuole pubbliche che svolgono un servizio pubblico e da anni non solo non temono i controlli, le verifiche e men che mai la pubblicità e la trasparenza: mi stupirei del contrario. È un principio economico e giuridico fondamentale, insieme ad un principio etico, poiché sono utilizzati fondi che derivano dalle tasse dei cittadini. Da qui la ragione per la quale ho sempre invocato i costi standard di sostenibilità per allievo che, garantendo il diritto alla libertà di scelta educativa dei genitori, hanno in sè controllo, verifica, trasparenza, pubblicità. Perché il contrario fa morire le molte scuole serie e di frontiera e fa avanzare le poche ma pervicaci scuole che imbrogliano o che approfittano delle falle del sistema.

Le nostre priorità sono gli studenti, il diritto di apprendere senza alcuna discriminazione economica, i docenti che non possono essere discriminati fra serie A e B, ingannati e illusi con un posto fisso che non esiste. Lo Stato deve dare a tutti pari opportunità e questo necessariamente implica autonomia responsabile, trasparenza e pubblicità, dati certi; sarebbe davvero bizzarro – e autolesionista - il contrario. Obiettivo che Il ministro Bianchi esplicita con chiarezza nel corso dell’audizione in Senato: rimettere la scuola al centro del Paese con un piano straordinario, indirizzato colmare le diseguaglianze educative, la dispersione scolastica e la povertà culturale ed educativa, affinchè tutti gli studenti e le studentesse vedano garantito il diritto di apprendere senza alcuna disparità economica e territoriale.

A conferma che l’auspicio alla trasparenza invocato dalla senatrice Granato è già realtà basti pensare alla logica delle provvidenze stanziate con il DM 119_2020 ai sensi del DL 34/2020 art. 233 co.3 e con il DM 118_2020 ai sensi del DL 34/2020, definivano le erogazioni covid 2019. Difatti il DL 19 maggio 2020, n. 34 all’art. 233 co. 3 e 4 precisava che i contributi erano erogati: a titolo di sostegno economico in relazione alla riduzione o al mancato versamento delle rette o delle compartecipazioni comunque denominate, da parte dei fruitori, determinato dalla sospensione dei servizi in presenza a seguito delle misure adottate per contrastare la diffusione del Covid-19. Fin da subito le scuole paritarie hanno raccolto la sfida e nessuna certamente si è arricchita distogliendo le risorse per altri interessi. Nessun timore rispetto ai controlli, tutt’altro: sono doverosi, devono essere certi ed esercitati da personale assolutamente competente. Chi traligna è attrezzatissimo… Pertanto la dichiarazione della senatrice Granato, che reputo intellettualmente condivisibile e che rappresenta una chiara apertura, mi conferma che, nella misura in cui ci si mette onestamente a confronto, anteponendo a tutto il maggior interesse dei più fragili (famiglie, allievi, docenti), si compiono passi di civiltà. Forse resistenze ingiustificate e interessi terzi hanno rallentato un percorso di pluralismo; la responsabilità non è da attribuire solo ad una politica ideologizzata, quanto a cittadini poco coraggiosi e troppo spesso ripiegati sui propri interessi.

Il cambiamento di oggi è quello della corresponsabilità: la povertà educativa - semmai fosse l’ultima parola - sarà da attribuire a ciascuno di noi.

Non mi pare né possibile né utile, rispetto agli obiettivi sopra ricordati, che le scuole paritarie non vogliano già cogliere la sfida che la senatrice Granato ha legittimamente rilanciato.

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