Guidava senza avere mai conseguito la patente, con una gamba ingessata e dopo aver fumato cannabis. Aveva anche superato i limiti di velocità ed è scappato dopo l'incidente. Il 9 agosto scorso a Milano Nour Amdouni, 20 anni, ha investito e ucciso un ragazzino di 11 anni in bicicletta. Ieri è stato condannato a otto anni di carcere con il rito abbreviato.
Lo ha deciso il gup Massimo Baraldo. All'imputato, difeso dagli avvocati Robert Ranieli e Niccolò Vecchioni, sono state riconosciute le attenuanti generiche. Il pm Rosario Ferracane, che ha condotto le indagini della polizia locale, aveva appunto chiesto una condanna a otto anni per omicidio stradale con l'aggravante della fuga. A marzo un altro gup, Lorenza Pasquinelli, aveva respinto la richiesta di patteggiamento a cinque anni, ritenendo la pena troppo bassa. Il bambino ucciso, Mohanad «Momo» Moubarak, si trovava sulla propria bici in via Bartolini, poco lontano dal ristorante del padre. Amdouni si era costituito dopo quattro ore e poi era arrivata l'ordinanza di custodia cautelare (è tuttora in carcere).
Respingendo il patteggiamento, il giudice aveva spiegato che bisognava tenere «conto della pluralità e della allarmante gravità delle violazioni al codice della strada», da cui si può ritenere che «la predisposizione psicologica del conducente» fosse «al limite del dolo eventuale», ossia dell'accettazione consapevole del «rischio» di mettere «in concreto pericolo la vita» altrui. I familiari del bambino erano assistiti dall'avvocato Salvatore Bottari.
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