Ci sono una finlandese, una belga e una tedesca. E non è barzelletta anche perché non fa ridere. Tutte stuprate o quasi nel giro di una settimana nel raggio di pochi chilometri quadrati del centro di una capitale europea che si ritiene civile, Roma. Una dalle parti della stazione Termini (stupro e rapina), la seconda al Campidoglio (stupro solo tentato), la terza, quella di ieri, a Villa Borghese (stupro in uno scenario laido).
Tre indizi sono una prova, lo diceva Agatha Christie, una che nella Roma di oggi avrebbe ambientato una cosa come Poirot in via Castro Pretorio. Tre indizi sono una prova, quindi: esiste un'emergenza stupri nella Roma a cinque stelle dove nulla si crea ma tutto si distrugge; con buona pace delle statistiche che ci dicono che no, gli stupri in Italia (e quindi anche nella capitale) sono in lieve calo. Ma si sa, le statistiche fotografano un fenomeno in modo spesso paradossale come faceva notare il romanissimo Trilussa nella poesia sul pollo, quello che secondo i dati ce ne tocca uno all'anno a testa e pazienza se tu non ne vedi né il petto né le cosce perché «se nun entra ne le spese tue, t'entra ne la statistica lo stesso perché c'è un antro che ne magna due». Gli abusi sessuali non sono polli, e non è elegante fare dell'ironia. Ma resta il fatto che qualcosa non torna. Avrà certamente ragione l'Istat secondo cui gli stupri negli ultimi anni sono in calo, ma anche la più odiosa delle violenze, come la legge, non è uguale per tutti. E l'un-due-tre di Roma, con vittime tutte straniere, rappresenta un pessimo biglietto da visita per una città che fa del turismo e quindi della reputazione uno dei suoi punti forti. Nelle ultime settimane, aggiungendo alle vicende romane anche i casi di Rimini e Firenze, l'Italia è finita sulla lista nera dei crimini contro le donne in Finlandia, in Belgio, in Germania, in Polonia e negli Stati Uniti.
Un giro del mondo dell'infamia, un esperanto ributtante, un manifesto globale della nostra incapacità di rendere sicure le notti di una città che vorrebbe giocarsela sul terreno della movida con le altre grandi città europee e non garantisce neppure l'incolumità delle sue ospiti. Roma, nun fa' lo stupro stasera.
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