In tribunale serve un interprete ma nessuno parla il napoletano

In tribunale serve un interprete ma nessuno parla il napoletano

Siamo nell'era globale, nella civiltà multietnica, nella Babele delle lingue. Così non è sembrato strano che al tribunale di Belluno una causa, per procedere verso la sentenza, pretendesse un interprete per tradurre una registrazione, dove erano incisi insulti e minacce in un caso di maltrattamenti in famiglia.

Ma la ricerca disperata di un perito per trascrivere quelle parole non si è trovato per ore e l'emergenza, creata dalla rinuncia da parte di un ufficiale di polizia giudiziaria, è diventata un dramma. Perchè la lingua da tradurre non era il mandarino o il punjab, ma il napoletano.

Sembrava impossibile trovare qualcuno di Afragola o Scisciano sotto le Dolomiti, più facile un cinese o un arabo. Ma alla fine «l'interprete» è spuntato. Anche se a Napoli si dice: a meglio parola è chela ca nun se dice...

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