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La triste soddisfazione e l'alibi degli invisibili

Intanto i titoli beffardi fioccano dalle penne impertinenti, "Signorini come Weinstein", "un nuovo me too in salsa gay", "e ora, chi condurrà il Grande fratello?"

La triste soddisfazione e l'alibi degli invisibili
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C'è dell'arguzia perversa nel titolo scelto da Corona per il suo personale e altrettanto letale cadeau natalizio a Signorini: "Il prezzo del successo". La diabolicità sta nell'implicazione che chi quel successo non l'ha ottenuto non è perché non è bravo o telegenico o meritevole. No, è perché ha avuto il coraggio di non assoggettarsi al "sistema" e forse ha buttato via una promettente carriera, ma almeno si è salvato l'anima e non solo. Oggi, chi dall'autofficina dello zio, chi dal salone di ricostruzione unghie, o da un ufficio legale, una schiera di vituperati e astiosi concorrenti rifiutati del Grande fratello finalmente ha la sua rivincita. Se la stanno godendo con gusto, finalmente il mondo saprà. E non sono solo i falliti aspiranti a inquilini della casa a gioire, ma una varia e inconsulta umanità che per un motivo o per l'altro non è riuscita a fare ciò che avrebbe desiderato. Ha fallito, e piuttosto che fare una bella, talvolta faticosa, analisi di realtà ha preferito crogiolarsi nella convinzione che i limiti non fossero in loro, ma nel "sistema". E così ora la zia, masticando il panettone, si compiace: "Hai visto quel Signorini lì, che roba, certo che non sei entrato tu, perché tu sei bravo ragazzo". Ah, che soddisfazione, finalmente da oggi tutti capiranno. E da domani il turno in lavanderia a 1300 al mese sarà un po' più lieve. A rinforzo dell'esercito della rivalsa capitanato dal prode condottiero, che però non si accontenta dei 1300 al mese e chiede la dedizione ai discepoli previo pegno, sono arrivati la Procura, Mediaset e anche il potentissimo prezzemolino Codacons. Nell'ordine, la procura ha indagato Alfonso Signorini per violenza sessuale ed estorsione e Fabrizio Corona per revenge porn. Mediaset ha diramato un comunicato in cui si richiama chi opera per l'azienda a un'applicazione rigorosa e senza eccezioni del codice etico. E infine il Codacons si è espresso spiegando che a parer loro non è sufficiente fermare il conduttore bensì occorre sospendere cautelativamente l'intera messa in onda della nuova edizione del Grande Fratello, fino a quando non sarà verificata la regolarità delle procedure di selezione dei concorrenti". Insomma, un cataclisma di soddisfazione per chi ne aveva tanto bisogno. Intanto i titoli beffardi fioccano dalle penne impertinenti, "Signorini come Weinstein", "un nuovo me too in salsa gay", "e ora, chi condurrà il Grande fratello?". Perché alla fine è tutto lì.

Non importa se è Natale, Capodanno, la Befana, non importa se dentro alle "notizie" ci sono esseri umani in carne e ossa e cuore, non importa neppure se è vero o no. Ciò che rimane è soltanto un'illusoria, irrefrenabile e infame smania di esistere. O meglio, di non essere invisibili.

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