Trova tre ladri in casa: tentano di aggredirlo, avvocato ne uccide uno

Sente l'allarme dei genitori, spara e finisce indagato. L'arma è legalmente detenuta

Trova tre ladri in casa: tentano di aggredirlo, avvocato ne uccide uno

Sente suonare l'allarme della casa del padre, entra e sorprende tre ladri, impugna una pistola e fa fuoco su di uno uccidendolo. L'omicidio, ieri poco dopo le 17,30 in via Palermo 60, nella zona nord di Latina. A dare l'allarme sono stati alcuni residenti della zona che si trova nei pressi di un noto centro commerciale che collega il capoluogo al lungomare. A sparare con un'arma legalmente detenuta è stato un avvocato di 32 anni del capoluogo pontino che si è ritrovato faccia a faccia con i tre. Il professionista, impugnata l'arma, ha sparato dai sei agli otto colpi, mentre gli altri due ladri riuscivano a fuggire. Il corpo del ladro, probabilmente di origine italiana, è stato trovato un'ora dopo l'accaduto nel giardino della palazzina composta da tre piani. Dall'esame esterno del cadavere è emerso che il malvivente è stato ucciso da due colpi di pistola esplosi da una distanza di 10 metri mentre era di spalle, probabilmente perché stava fuggendo.

Il magistrato Simona Gentile è arrivata intorno alle 18 sul luogo dell'omicidio, mentre l'avvocato è stato portato in questura per essere interrogato.

Un episodio che fa tornare d'attualità la legittima difesa e la voglia di sentirsi più sicuri, almeno nella propria abitazione. «L'episodio successo a Latina è solo l'ultimo di una lunga serie che ci dice che la legittima difesa in casa propria andrebbe sempre garantita», commenta la vicepresidente dei deputati della Lega Nord, Barbara Saltamartini. «Se infatti lo Stato non garantisce la sicurezza ai cittadini è giusto che almeno tra le mura di casa propria ci si possa difendere. La zona di via Palermo a Latina - aggiunge - è nota infatti per essere insicura di notte e anche di giorno. Non è accettabile che i cittadini siano ostaggio di criminali e delinquenti. Garantire l'incolumità dei propri cari è un diritto sacrosanto».

Latina ha già vissuto numerosi precedenti. Il caso più eclatante è quello del tabaccaio Davide Mariani condannato a nove anni e mezzo nel maggio del 2010. Mariani uccise un giovane ladro mentre stava fuggendo dopo aver rubato sei stecche di sigarette nel negozio in via Fossignano.

Il pm aveva chiesto 14 anni per omicidio volontario. Durante il processo venne sottolineato il clima di esasperazione che si vive a Latina a causa dei numerosi furti. Ma la legge, disse nell'arringa il pubblico ministero, «non ammette certo esasperazione».

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