
Giallo al Mandrione. Caccia allo spacciatore che, dopo aver venduto la dose letale alla vittima, "ripulisce" la scena del crimine. Da chi ha preso la droga e, soprattutto, chi ha incontrato la sera del 14 luglio Emanuela Ruggeri? Drammatico epilogo, domenica pomeriggio, per la scomparsa di una 32enne dall'abitazione dei genitori.
A trovare il cadavere in avanzato stato di decomposizione un uomo a passeggio con il cane all'altezza del civico 385 di via del Mandrione. "Sentivo un forte odore provenire fra le sterpaglie, in un angolo pieno di stracci e spazzatura. Mi sono avvicinato e ho visto un cadavere".
Immediato l'allarme al 112, l'arrivo delle volanti di polizia, della squadra mobile e degli esperti della scientifica. Non ci vuole molto per riconoscere la vittima: un metro e 85 centimetri di statura, alcuni tatuaggi particolari, piercing e brillantini come l'avevano descritta i familiari nella denuncia. Accanto al corpo un vecchio materasso e altri segni di un bivacco ma niente che farebbe pensare all'assunzione di eroina. Nessuna siringa, acqua bidistillata, cucchiaio. Qualcuno ha gettato tutto o la donna ha assunto droga in altro modo?
Eppure Emanuela ha un passato proprio da eroinomane. Tanto che l'ipotesi più accreditata del pm Giulia Guccione, coordinata dall'aggiunto Giuseppe Cascini, resta l'overdose da sostanze stupefacenti. Crack, eroina o cocaina tagliate male. L'autopsia, eseguita ieri all'istituto di Medicina Legale di Tor Vergata, non ha evidenziato fratture compatibili con un investimento stradale o con una morte violenta, come quella di un assassinio. Saranno gli esami tossicologici, a questo punto, a far luce sulle cause esatte del decesso.
Non a caso il fascicolo contro ignoti aperto in Procura è per morte come conseguenza di altro reato (lo spaccio). Estrema periferia di Roma est. Emanuela, dopo aver trascorso anni a Torino con il suo fidanzato, lo lascia e torna a casa. Ma continua a fare una vita un po' borderline, come spiegano gli inquirenti. Frequentazioni ambigue, locali malfamati, tossicodipendenti e pusher. All'ora di cena di lunedì 14 luglio esce per fare un giro. Ma Emanuela non guida. "Mamma, devo incontrare un'amica". Non farà più rientro a casa, a Colli Aniene. Il giorno dopo dal suo cellulare viene inviato un messaggio alla madre: "Sono andata al mare. Ho il telefono scarico, se non chiamo non ti preoccupare".
È stata Emanuela a inviarlo o la persona misteriosa che era con lei? La stessa che ha poi fatto sparire lo smartphone di Emanuela? Passano altri tre giorni perché la madre, alla fine preoccupatissima, sporga denuncia.
In rete vengono diffuse le immagini di Emanuela e la descrizione di tutti i segni particolari: occhi marroni, brillantino termico sul viso a destra, piercing a cerchietto nella narice destra, maglia e leggins neri, infradito e borsetta maculata. Decisivi, per il riconoscimento, i tatuaggi: un fungo e il numero della "bestia", il 666, su un braccio, una D sull'indice sinistro, una mezzaluna con un punto.