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Trump: "Assalto al confine? Lo chiudo per sempre"

Il Messico: già partiti i rimpatri dei migranti irregolari. Virali le immagini dei bambini respinti

Trump: "Assalto al confine? Lo chiudo per sempre"

New York Cresce la tensione al confine tra Stati Uniti e Messico, con il presidente Donald Trump che lancia una nuova offensiva contro la carovana di migranti arrivati da Honduras, Guatemala ed El Salvador. Domenica circa 500 persone hanno tentato di forzare l'ingresso negli Usa e le autorità americane hanno chiuso per alcune ore la frontiera fra Tijuana e San Diego al porto di ingresso di San Ysidro, lanciando gas lacrimogeni contro gli immigrati. I media hanno diffuso le immagini dei migranti in fuga, tra cui ci sono molti bambini, e uno degli scatti diventati virali mostra proprio una madre che corre tenendo stretti due piccoli, uno dei quali ancora con il pannolino.

Il tycoon, da parte sua, minaccia misure ancora più drastiche contro quella che definisce «un'invasione»: «Chiuderemo il confine in modo permanente, se necessario», tuona su Twitter invitando nuovamente il Congresso a stanziare i fondi per la realizzazione del famigerato muro anti-clandestini. Quindi lancia un monito al Messico affinché rispedisca a casa la folla che si è radunata a Tijuana. «Dovrebbero rimpatriare nei loro Paesi quei migranti che sventolano le bandiere - scrive - molti dei quali sono spietati criminali. Lo facciano con gli aerei, con i bus o come vogliono, ma quelle persone non entreranno mai negli Stati Uniti». Richiesta accolta dal ministro degli Interni messicano, Alfonso Navarrete, il quale ha annunciato il rimpatrio del gruppo che ha cercato di superare illegalmente la frontiera in modo violento e illegale. «Una volta identificati, i responsabili saranno presi in consegna dall'Istituto nazionale delle migrazioni e rimpatriati», ha fatto sapere. Secondo il Mexico's National Migration Institute 98 individui sono già stati deportati, mentre il governo municipale di Tijuana ha comunicato che oltre 30 sono stati arrestati per disturbo della quiete pubblica e altre accuse.

Dal lato americano del confine, invece, il commissario della Us Customs and Border Protection, Kevin McAleenan, ha fatto sapere che sono finiti in manette almeno 69 migranti. Le persone che hanno tentato di forzare la barriera sarebbero state a suo parere quasi mille, e alcuni hanno lanciato sassi e bottiglie. «Non tollereremo questo tipo di mancato rispetto della legge e non esiteremo a chiudere i porti di ingresso per motivi di sicurezza», ha assicurato il segretario alla Sicurezza interna, Kirstjen Nielsen.

A oggi il numero delle persone che compongono la carovana arrivata alla frontiera dal Centro America, dopo aver percorso oltre 4mila km, è di 8.247. Di queste, 7.417 si trovano in Baja California, ospitate in accampamenti fra Mexicali e Tijuana. In quest'ultima oltre 5mila persone sono radunate da oltre una settimana in un complesso sportivo in attesa di fare domanda di asilo negli Usa. La situazione rischia di far aumentare le tensioni politiche a Washington in un momento delicato per l'amministrazione Trump, con la Casa Bianca che vuole sfruttare al meglio l'ultimo mese con tutto il Congresso in mano ai repubblicani.

Ma le tensioni potrebbero far gioco a The Donald, che ha fatto della linea dura sull'immigrazione uno dei cavalli di battaglia della sua agenda.

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