Trump ci ricasca e «minaccia» Hillary

Il candidato repubblicano: «È contro le armi? Disarmiamo la sua scorta»

Valeria Robecco

Donald Trump lancia una nuova provocazione e torna ad incitare, seppure indirettamente, ad azioni violente contro Hillary Clinton. Durante un comizio a Miami, il candidato repubblicano alla Casa Bianca ha chiesto di disarmare gli agenti del Secret Service della rivale: «Togliamo loro le armi, lei non vuole armi. Togliamole e vediamo cosa le succede. Sarà molto pericoloso», ha detto. Nuovamente, il tycoon alza il livello dello scontro sul tema caldo di pistole e fucili, accusando l'ex first lady di voler distruggere il Secondo Emendamento. In passato, il miliardario newyorkese aveva suscitato scalpore con la sua affermazione con cui spiegava che «il popolo delle armi potrebbe fermare la Clinton». Immediata la replica dei democratici, i quali puntano il dito contro il re del mattone, sostenendo che «istiga la gente alla violenza». «Sia che lo faccia per provocare i manifestanti ad un comizio, per caso o anche solo per scherzo, è una cosa inaccettabile per chiunque voglia diventare Commander in Chief», ha accusato il manager della campagna di Hillary, Robby Mook. «Non è adatto ad essere presidente - ha aggiunto - ed è il momento che i leader repubblicani denuncino questo comportamento inquietante del loro candidato». Intanto, il Washington Post, nota che mentre i due ex presidenti Bush, George W. e George H.W., mantengono un rigido silenzio su Trump, l'ex first lady Laura Bush si mostra ancora una volta al fianco di Michelle Obama, con cui chiacchiera e scherza come una vecchia amica.

«Che stia cercando di dirci qualcosa?», si chiede il quotidiano della capitale, riportando che le due hanno partecipato insieme ad una conferenza dell'American University.

Da tempo diversi osservatori affermano che la lunga mano del clan Bush stia tramando contro il tycoon, dopo l'umiliazione dell'ex governatore della Florida Jeb, costretto quasi in lacrime al ritiro dalle primarie.

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