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Trump e l'arma segreta Usa: "È qualcosa mai vista prima"

La rivelazione nel libro di Bob Woodward: "Putin e Xi non ne sanno nulla". E il Pentagono non smentisce

Trump e l'arma segreta Usa: "È qualcosa mai vista prima"

New York. «Abbiamo qualcosa che nessuno ha mai visto prima». Dopo le rivelazioni del presidente americano sul coronavirus, dal libro di Bob Woodward arriva un'altra bomba. Secondo le anticipazioni di «Rage», che sarà nelle librerie il 15 settembre, il tycoon si e' vantato di una nuova arma segreta in possesso degli Stati Uniti: «Ho costruito un sistema nucleare... un'arma che nessuno ha mai avuto prima in questo paese. Abbiamo qualcosa che non si e' mai visto, di cui Putin e Xi non hanno mai sentito parlare. Non c'è nessuno... quello che abbiamo è incredibile», ha detto Trump al giornalista del Watergate, che lo ha intervistato 18 volte tra dicembre e luglio. The Donald ha discusso di questa arma riflettendo su quanto gli Usa e la Corea del Nord siano arrivati vicini ad una guerra nucleare nel 2017.

Woodward, poi, ha scritto che fonti anonime gli hanno confermato successivamente questo nuovo sistema ed erano sorprese che il Comandante in Capo l'avesse rivelato. Gli esperti si stanno interrogando su quale possa essere l'arma senza precedenti evocata dal tycoon: James Acton, direttore del programma di politica nucleare del Carnegie Endowment for International Peace, ha suggerito che Trump potrebbe riferirsi alla controversa testata nucleare a basso potenziale lanciata da sottomarini, la cui esistenza è nota ma i cui dettagli rimangono segreti. L'amministrazione americana ha richiesto l'ordigno come parte del Nuclear Posture Review del 2018, e in febbraio il Pentagono ha rivelato l'esistenza di una nuova testata nucleare installata per la prima volta, dopo la notizia che era stata piazzata su un sottomarino alla fine del 2019.

In maggio, invece, Trump ha parlato di un missile «favoloso» che poteva viaggiare 17 volte più veloce di qualsiasi altra arma a disposizione dell'arsenale Usa. Il Dipartimento della Difesa per ora mantiene la bocca cucita, affermando di non voler commentare «un libro che non e' ancora stato pubblicato». Nel testo, il presidente ha parlato anche del leader nordcoreano Kim Jong-Un, riferendo alcuni dettagli delle lettere che si sono scambiati. Kim «mi dice tutto», ha precisato, ribadendo che gli ha persino fornito un resoconto di come ha ucciso suo zio. Tra gli argomenti trattati ci sono pure le recenti proteste in America: quando il giornalista gli ha chiesto se come «bianco e privilegiato» non pensava di dover fare uno sforzo per capire la rabbia e il dolore degli afroamericani, l'inquilino della Casa Bianca ha risposto «no, non lo penso affatto».

In un'altra occasione, Woodward gli ha chiesto se ritiene che in America ci sia un razzismo sistemico: «Penso che sia ovunque - ha detto Trump - probabilmente qui meno che in molti altri posti». Intanto, il presidente è tornato sulle rivelazioni in cui ha ammesso che conosceva la pericolosità mortale del coronavirus ma che lo minimizzò per non creare panico. «Bob Woodward aveva le mie dichiarazioni da molti mesi. Se pensava fossero così sbagliate o pericolose, perché non le ha immediatamente rese pubbliche per salvare vite umane? Non aveva un obbligo a farlo? No, perché sapeva che erano risposte corrette e adeguate. Calma, nessun panico», ha scritto su Twitter.

Peraltro, Woodward è finito nella bufera suscitando dubbi e critiche proprio per non aver reso noto prima dell'uscita del testo le ammissioni del tycoon: rispondendo al suo ex giornale, il Washington Post, il giornalista si è difeso dalla accuse spiegando che la sua intenzione era quella di fornire un «quadro completo» di una storia durata mesi.

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