Trump fa tremare gli Usa. Ma la Procura avverte: "Niente intimidazioni"

L'ex presidente: "Il procuratore mi odia". Il magistrato: "Indagheremo su ogni minaccia"

Trump fa tremare gli Usa. Ma la Procura avverte: "Niente intimidazioni"

Il giorno dopo aver lanciato «la bomba», annunciando che sarà arrestato «martedì», domani, dalla procura di Manhattan, e invitando alla protesta i suoi sostenitori, Donald Trump si professa perseguitato e si dipinge come un martire politico. Ma la Procura di Manhattan, mentre in città viene rafforzata la sicurezza, fa arrivare un messaggio chiaro all'ex presidente: le minacce non funzionano.

«Mi incrimineranno perché il procuratore di Manhattan, Alvin Bragg, mi odia», avrebbe detto ai suoi stretti consiglieri l'ex presidente, secondo la Cnn. Il suo portavoce, Steven Cheung, ha spiegato ufficialmente: «Trump è completamente innocente». Quella della procura di NY è una caccia alle streghe» condotta da un procuratore controllato «da democratici radicali». Sulla stessa lunghezza d'onda anche lo Speaker della Camera, il repubblicano Kevin McCarthy: «Eccoci di nuovo. Uno scandaloso abuso di potere da parte di un radicale ufficio del procuratore, che lascia liberi criminali violenti e persegue invece una vendetta politica contro Trump».

La difesa del tycoon è già ampiamente schierata e, comunque finirà, le presidenziali del 2024 negli Stati Uniti saranno segnate dagli eventi delle prossime ore. Quel che si sa - tramite fonti dei media americani - è che la scorsa settimana si sono svolti incontri tra forze dell'ordine cittadine, statali e federali a New York,sui preparativi di sicurezza per una possibile incriminazione di Trump, improbabile - sembra - per domani. Il forte timore nel Paese è che, dopo l'invito del tycoon a scendere in piazza e protestare contro il suo arresto, si possa assistere a un'insurrezione sullo stile dell'assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021. Allora The Donald non aveva accettato la sconfitta alle urne. Oggi non accetta la probabile incriminazione legata al pagamento dell'ex pornostar, in arte Stormy Daniels, all'anagrafe Stephanie Clifford. L'ex presidente finirà sotto accusa per aver pagato 130mila dollari all'ex spogliarellista, tramite il proprio avvocato Daniel Cohen, per ottenerne il silenzio, dopo che lei lo aveva minacciato di rivelare della loro relazione mentre correva per la Casa Bianca. Una volta eletto, Trump avrebbe rimborsato il suo legale con fondi per la campagna presidenziale.

Per questo, dovrebbe scattare l'arresto. The Donald ha già fatto sapere che non si rifiuterà di consegnarsi alle autorità a Mar-a-Lago, in Florida, dove risiede. «La maggior parte della gente sarebbe crollata sotto questo peso - ha spiegato l'avvocato del tycoon, Joe Tacopina -. Trump sembra trasformare tutto in positivo e in una spinta per la sua campagna».

Martire o eroe, ecco il ruolo che The Donald intende ritagliarsi, consapevole che - anche se incriminato - potrebbe correre comunque per la Casa Bianca. Tra i repubblicani, qualcuno frena la piazza, temendo i rischi di una rivolta. Tra questi c'è l'ex vicepresidente, Mike Pence, che il 6 gennaio era a Capitol Hill: «La violenza non sarà tollerata», dice pur ammettendo che la mossa della procura «sembra lo stesso tipo di persecuzione politica» che ricorda il Russiagate, l'inchiesta sulle ingerenze di Mosca nelle presidenziali del 2016, vinte da Trump.

L'opposizione, intanto, va all'attacco. Nancy Pelosi definisce «avventato» l'annuncio dell'arresto, dato «per far restare Trump rilevante nelle news e fomentare l'agitazione».

Ma è soprattutto il procuratore Bragg, primo afro-americano, di colore, a ricoprire l'incarico a Manhattan dal 2021, ad avvisare, con una nota al suo staff, per rassicurarlo: «Non tollereremo tentativi di intimidazione». La sicurezza è la «priorità» e le forze dell'ordine indagheranno su «ogni specifica e credibile minaccia» contro la procura.

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