Trump giudicato colpevole per il caso Stormy Daniels

È il primo ex presidente Usa a ricevere una condanna. Sentenza l'11 luglio. Il tycoon: "C'è la mano di Biden"

Trump giudicato colpevole per il caso Stormy Daniels
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Donald Trump è colpevole. La giuria ha condannato l'ex presidente americano per tutti i 34 capi di imputazione nel processo a New York per il pagamento alla pornostar Stormy Daniels, un verdetto che rimarrà nella storia degli Stati Uniti, essendo il primo contro un ex comandante in capo in un caso penale. E il tycoon diventa anche il primo candidato a correre per la Casa Bianca come pregiudicato, uno status che comunque non gli impedisce di essere eletto. Il giudice Juan Merchan annuncerà il prossimo 11 luglio la sentenza di condanna contro The Donald, che può variare da un massimo di quattro anni di carcere per ogni capo di imputazione sino ad una multa, ma gli esperti legali ritengono improbabile che finisca in prigione. Intorno alle 16.20 locali, le 22.20 italiane, la giuria ha raggiunto la decisione all'unanimità dopo due giorni di camera di consiglio e dopo mezz'ora in cui l'America è rimasta con il fiato sospeso, ha comunicato il verdetto, che Trump ha ascoltato in aula con gli avvocati e il figlio Eric. «È stato un processo farsa, è una vergogna. Sono un uomo innocente», ha detto fuori dall'aula. «Il vero verdetto sarà il 5 novembre. - ha continuato - Combatterò per il nostro paese e per la Costituzione, andrò avanti fino alla fine e vinceremo. Il nostro Paese sta andando verso l'inferno».

Anche ieri mattina, all'arrivo in aula, il tycoon ha formulato il suo consueto attacco davanti alle telecamere contro il giudice corrotto, affermando ancora una volta di essere vittima di un attacco politico su richiesta del suo avversario politico, il presidente Joe Biden. Trump ha trascorso più di cinque settimane al processo e Merchan gli ha ordinato di rimanere in tribunale fino alla comunicazione del verdetto. Il 45simo presidente americano nei 34 capi di imputazione contro di lui era accusato di aver falsificato i documenti aziendali per coprire il pagamento di 130mila dollari alla pornostar alla vigilia delle elezioni del 2016 contro Hillary Clinton, in modo che la donna non rendesse pubblica l'affermazione di aver avuto una relazione con lui dieci anni prima. Il pagamento è stato effettuato dal suo ex avvocato tuttofare Michael Cohen e poi rimborsato come spese legali fittizie, violando anche la legge sui finanziamenti elettorali e quindi l'integrità del voto. Sin dall'inizio Trump si è dichiarato non colpevole, sperando in un'assoluzione o in un annullamento del processo, che viene dichiarato se la giuria non riesce a raggiungere l'unanimità. Martedì, nelle argomentazioni conclusive, la difesa ha insistito sul fatto che le prove per una condanna semplicemente non esistevano, mentre l'accusa ha ribattuto che erano molte e ineludibili. «L'intento di frode dell'imputato non potrebbe essere più chiaro», ha detto il pm Joshua Steinglass, esortando i giurati ad usare il loro «buon senso» e ad emettere un verdetto di colpevolezza.

Oltre al caso di New York, Trump è stato incriminato a Washington e in Georgia con l'accusa di aver cospirato per ribaltare i risultati delle elezioni del 2020. Mentre in Florida è sotto processo per il caso dei documenti riservati portati a Mar-a-Lago dopo aver lasciato la Casa Bianca.

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