Valeria Robecco
New York Donald Trump dà seguito all'apertura a sorpresa della scorsa settimana sul controllo delle armi da fuoco con il primo passo concreto. Il presidente americano vuole vietare la vendita dei cosiddetti «bump stock», i congegni che potenziano le armi, come quello micidiale usato dal killer di Las Vegas lo scorso ottobre. Trump ha ceduto alle pressioni seguite alla strage nel liceo di Parkland, in Florida, dove il 19enne Nikolas Cruz ha ucciso 17 persone, e ha annunciato di aver firmato un memorandum per ordinare al Dipartimento di Giustizia di varare al più presto il bando dei potenziatori che consentono di sparare centinaia di colpi al minuto. «Dobbiamo fare di più per proteggere i nostri figli», ha detto.
La mossa di certo non stravolge i principi sanciti dal Secondo Emendamento (quello che garantisce il diritto di possedere pistole e fucili), ma rappresenta una svolta per il tycoon, sino ad ora profondamente contrario ad ogni intervento. Inoltre, il presidente ha già assicurato di voler appoggiare un testo di legge bipartisan che prevede un rafforzamento dei controlli federali sulla vendita di armi, per verificare se chi le acquista abbia problemi mentali. «Che siamo repubblicani o democratici, ora dobbiamo concentrarci sul rafforzamento dei controlli», ha scritto su Twitter. Il Commander in Chief, secondo il sito Axios, avrebbe anche detto ai suoi consiglieri di essere disponibile all'idea di imporre un'età minima di almeno 21 anni per acquistare un fucile. La legge attuale, invece, prevede che un rivenditore di armi con licenza federale non possa vendere un'arma lunga ai minori di 18 anni e un'arma corta ai minori di 21. E in queste ore Trump ha anche ospitato alla Casa Bianca una «sessione d'ascolto» con alunni e insegnanti sopravvissuti alla strage nella scuola della Florida, di Columbine in Colorado e Sandy Hook in Connecticut.
Proprio in Florida, invece, il Congresso ha respinto una mozione per mettere al bando le armi d'assalto e i caricatori ad alta capacità. Una decisione che ha scatenato l'ira dei ragazzi del liceo di Parkland, molti dei quali ieri sono andati nella capitale dello Stato, Tallahassee, per chiedere ai parlamentari una stretta su pistole e fucili. E cresce l'attesa per la grande marcia degli studenti del 24 marzo, che sta raccogliendo il sostegno anche di tante star dello spettacolo, a partire da George e Amal Clooney. La coppia ha donato al movimento mezzo milione di dollari e assicurato la presenza al corteo. «George e Amal, non potrei essere più d'accordo con voi», ha twittato da parte sua Oprah Winfrey, impegnandosi a versare la stessa cifra. Così come hanno fatto il regista Steven Spielberg e la moglie attrice Kate Capshaw.
«I giovani studenti stanno già dimostrando la loro leadership con una fiducia e una maturità che smentisce la loro età», hanno sottolineato. E alla lista si sono aggiunti anche il produttore cinematografico Jeffrey Katzenberg e consorte, «orgogliosi di stare con i coraggiosi giovani leader di Parkland, che hanno trasformato lutto e dolore in azione».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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