Politica

Trump ora fa sul serio: «Caccerò dagli Usa 3 milioni di clandestini»

Il neopresidente in un'intervista conferma le promesse: «Il muro con il Messico si farà»

Il muro con il Messico si farà, parola di Donald Trump. Il presidente eletto degli Stati Uniti ha confermato in un'intervista a Cbs News che intende mantenere fede alla promessa diventata uno dei cavalli di battaglia della sua campagna elettorale. Per la precisione, una parte potrebbe essere muro e una parte «recinzione», in accordo con quanto proposto dai repubblicani al Congresso. E in linea con la tolleranza zero contro i clandestini, il tycoon ha assicurato di essere pronto a far espellere immediatamente due o tre milioni di immigrati illegali: «si tratta di criminali, persone con precedenti penali, membri delle gang e spacciatori», ha spiegato, precisando che una volta reso «sicuro» il confine, si penserà ai restanti immigrati irregolari. Intanto, in una Trump Tower sempre più blindata, ha fatto il suo ingresso Nigel Farage: durante la campagna elettorale Trump ha invocato un «effetto Brexit» anche negli Usa, dicendo che la sua vittoria sarebbe stata «molto più forte» dell'uscita della Gran Bretagna dall'Ue. Non a caso è stato proprio il leader degli euroscettici britannici dell'Ukip il primo politico non americano ad incontrare il miliardario dopo la vittoria dell'8 novembre. Un incontro simbolico, pur se informale, visto che in molti hanno paragonato l'inaspettata (soprattutto per i sondaggisti) elezione del re del mattone, al risultato del referendum del giugno scorso. Incluso lo stesso Farage: «Sembra che il 2016 sia l'anno delle rivoluzioni politiche. Pensavo che la Brexit fosse qualcosa di grande, ma sembra che ci si orienti verso qualcosa di più grande ancora», ha detto mercoledì, congratulandosi con il neo Commander in Chief. E pochi giorni dopo mister Brexit è arrivato al numero 725 della Fifth Avenue, suggellando la visita con una foto postata sui social media in cui si mostra sorridente insieme a The Donald tra gli ori della Trump Tower. Sorpreso dai giornalisti all'ingresso del grattacielo, Farage ha detto «siamo solo turisti!», ma al termine della riunione è stata la manager della campagna del tycoon, Kellyanne Conway, a confermare tutto: «Hanno parlato di libertà, della vittoria e di cosa questo significhi per il mondo». Poi è stata la volta del leader Ukip: «È stato un grande onore trascorrere del tempo con Donald Trump oggi. Era rilassato e pieno di buone idee. Ho fiducia nel fatto che sarà un buon presidente». «Questo è un uomo con cui possiamo fare affari - ha aggiunto - Il suo sostegno al rapporto tra Usa e Gran Bretagna è molto forte». D'altronde, della special relationship tra Washington e Londra Trump ha parlato anche al telefono con la premier britannica Theresa May all'indomani del voto, invitandola a recarsi in visita negli Usa «il prima possibile», perché il Regno Unito è per lui «un posto molto molto speciale». Decisamente meno entusiasta è stato invece il monito lanciato dal segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. «Andare da soli non è un opzione, nè per l'Europa nè per gli Stati Uniti», ha scritto sulle colonne dell'Observer, commentando la volontà espressa da Trump nei mesi scorsi di voler ridimensionare il ruolo dell'Alleanza Atlantica. «È fin troppo facile dare la libertà, la sicurezza e la prosperità per scontate - ha affermato Stoltenberg - ma viviamo in tempi incerti e abbiamo bisogno di una forte leadership americana, così come abbiamo bisogno che gli europei si prendano sulle spalle la loro equa parte di peso». A suo parere, pero', bisogna anzitutto riconoscere all'alleanza «un valore che resta insostituibile»: «Per 67 anni questa collaborazione è stata il fondamento della pace, della libertà e della prosperità in Europa, e ci ha permesso di porre fine alla Guerra fredda». Intanto, negli Usa proseguono le proteste del popolo anti-Trump, con migliaia di persone scese in strada per la quarta notte consecutiva da New York a Los Angeles.

E a Portland, in Oregon, nonostante gli appelli alla calma del sindaco e della polizia, si sono verificati nuovi scontri con gli agenti che hanno sparato granate assordanti dopo il lancio di pietre e bottiglie da parte di un gruppo di manifestanti, 19 dei quali sono finiti in manette.

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