Politica estera

Trump prepara l'arresto show (ma è in arrivo un'altra tegola)

Tycoon oggi in carcere: foto segnaletica e impronte digitali Ex dipendente di Mar-A-Lago cambia versione e lo accusa

Trump prepara l'arresto show (ma è in arrivo un'altra tegola)

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I rivali di Donald Trump salgono sul palco di Milwaukee per il primo dibattito televisivo tra i candidati repubblicani nel tentativo di emergere e far decollare campagne sinora deludenti, mentre l'ex presidente americano lancia il suo contro-show. Non solo infatti il tycoon ha deciso di snobbare il confronto ospitato da Fox News, ma ha registrato un'intervista con l'ex conduttore della tv di Rupert Murdoch, Tucker Carlson, da mandare in onda nelle stesse ore del dibattito, proprio per oscurare l'appuntamento. Lo spettro del grande assente ha comunque aleggiato per l'intera serata, mentre tra gli altri aspiranti alla nomination Gop si percepisce nervosismo, anche perché i numeri parlano chiaro e mostrano Trump dominare incontrastato: secondo l'ultimo sondaggio dei sondaggi della Cnn, l'ex presidente ha il 57% dei consensi fra gli elettori repubblicani, mentre il governatore della Florida Ron De Santis crolla al 17% (con ben 40 punti di distacco).

Per trovare il terzo bisogna scendere al 6% con l'imprenditore Vivek Ramaswamy, seguito dall'ex vice presidente Mike Pence al 4%, e poi a pari merito al 3% ci sono l'ex ambasciatrice all'Onu Nikki Haley, il senatore della South Carolina Tim Scott e l'ex governatore del New Jersey Chris Christie. All'1% il governatore del North Dakota Doug Burgum e l'ex governatore dell'Arkansas Asa Hutchinson. Proprio De Santis, la cui stella pare sempre più appannata, già prima del dibattito si è lanciato in un'invettiva contro Trump, definendo i suoi sostenitori «navi alla deriva». «Il movimento conservatore non può dipendere dalla personalità di un singolo», ha proseguito. Commenti che hanno suscitato subito la reazione dei trumpiani, con qualcuno che li ha paragonati alla celebre gaffe di Hillary Clinton nel 2016 la quale definì gli elettori del suo rivale «un gruppo di personaggi deplorevoli». Sul fronte legale, invece, una brutta tegola su Trump arriva da Mar-a-Lago, dove un suo ex dipendente incaricato del monitoraggio delle telecamere di sicurezza nel resort della Florida ha ritrattato la prima testimonianza e lo ha accusato di essere implicato nei tentativi di cancellare le immagini della video-sorveglianza sui luoghi di conservazione e sugli spostamenti delle carte classificate trattenute illegalmente dopo la fine del mandato. Per quanto riguarda il procedimento in Georgia per il tentativo di ribaltare il voto nello stato nel 2020, Trump dovrebbe costituirsi oggi al carcere di Atlanta. Ieri lo ha preceduto l'ex sindaco di New York ed suo ex avvocato personale Rudi Giuliani, il quale ha attaccato «il sistema giudiziario che è stato politicizzato e criminalizzato per fini politici». E sempre ieri sono state diffuse le prime foto segnaletiche di alcuni dei co-imputati, a conferma che la procura della contea di Fulton non intende riservare trattamenti di favore a nessuno e che quindi anche Trump sarà sottoposto, per la prima volta, alla foto segnaletica, oltre che alla rilevazione delle impronte digitali, prima di essere rilasciato grazie a una cauzione da 200 mila dollari. Una prassi teoricamente umiliante per un ex presidente, ma che lui, al contrario, intende trasformare in un'icona elettorale: già si attendono le t-shirt con la sua immagine da arrestato, che potrebbero diventare i gadget più ambiti della campagna.

Ma i problemi legali non mancano neppure sul fronte democratico, e ancora una volta riguardano Hunter Biden, il figlio del presidente Joe Biden. Il dipartimento di Giustizia americano, secondo il Wall Street Journal, potrebbe perseguire Hunter per un nuovo reato, la violazione della legge sul lobbying, accusandolo di non essersi registrato come lobbista all'epoca della sua collaborazione con la società energetica ucraina Burisma. E sempre secondo il Wsj, i repubblicani sono in possesso di una serie di documenti che dimostrerebbero l'invio di denaro dall'estero al first son e tutta la famiglia del presidente. In particolare, dopo aver incontrato Joe Biden nel 2014 (quando era vice di Obama) un uomo d'affari kazako ha trasferito ad Hunter 142.

300 dollari per l'acquisto di una Porsche.

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