
Donald Trump dà il via alla missione in Medioriente dalla Corte di Mohammed bin Salman con l'impegno di Riad a investire 600 miliardi negli Usa e un accordo tra Stati Uniti e Arabia Saudita per 142 miliardi di dollari di armi americane. L'obiettivo della visita è principalmente economico, volto alla chiusura di maxi-intese commerciali con i Paesi del Golfo, tanto che al Palazzo reale sono arrivati per incontrare il principe ereditario saudita anche i Big di Corporate America. Ci sono il Ceo di Tesla Elon Musk, quello di Nvidia Jensen Huang e il leader di Open AI Sam Altman. E secondo quanto si apprende anche il presidente di Stellantis John Elkann e il Ceo di Meta Mark Zuckerberg. Il principe ereditario è un «amico, abbiamo sviluppato una buona relazione, sottolinea il presidente, accolto con sontuoso entusiasmo da Mbs direttamente all'aeroporto. «Davanti ai nostri occhi, una nuova generazione di leader sta trascendendo gli antichi conflitti, le divisioni del passato, e forgiando un futuro in cui il Medio Oriente è definito dal commercio, non dal caos, dove esporta tecnologia, non terrorismo, e dove persone di nazioni, religioni e credi diversi costruiscono città insieme, non si bombardano a vicenda», dice The Donald, definendo «fondamentale che il mondo intero prenda atto che questa grande trasformazione non è venuta dall'intervento occidentale». «Abbiamo qui i più grandi leader aziendali del mondo e se ne andranno con un sacco di assegni - prosegue Trump - Per gli Stati Uniti, probabilmente stiamo parlando di due milioni di posti di lavoro».
Il comandante in capo annuncia l'impegno dei sauditi «a costruire legami economici destinati a durare per le generazioni future», spiega la Casa Bianca, confermando che i «primi accordi previsti rafforzano la nostra sicurezza energetica, l'industria della difesa, la leadership tecnologica e l'accesso alle infrastrutture globali e ai minerali essenziali. Sono accordi storici e rappresentano una nuova era d'oro per la partnership tra Riad e Washington». Nel dettaglio, Saudi Arabian DataVolt sta portando avanti il piano di investire 20 miliardi di dollari in data center di intelligenza artificiale e infrastrutture energetiche negli Usa. Google, DataVolt, Oracle, Salesforce, AMD e Uber si impegnano a investire 80 miliardi di dollari in tecnologie di trasformazione all'avanguardia in entrambi i Paesi. Aziende americane come Hill International, Jacobs, Parsons e Aecom stanno realizzando progetti infrastrutturali chiave come l'aeroporto internazionale King Salman, il King Salman Park, The Vault, Qiddiya City e molto altro, per un totale di 2 miliardi di dollari di esportazioni di servizi negli Stati Uniti. Tra le altre principali esportazioni figurano le turbine a gas e le soluzioni energetiche di GE Vernova, per un totale di 14,2 miliardi di dollari, e gli aerei passeggeri Boeing 737-8 per AviLease, per un totale di 4,8 miliardi di dollari. Sul fronte geopolitico, Trump parlando al Business Forum tocca tutti i principali dossier, ed esprime la «fervente speranza e desiderio, persino il sogno, che l'Arabia Saudita, un luogo per cui nutro tanto rispetto, aderisca presto agli Accordi di Abramo», l'intesa del 2020 che ha stabilito le relazioni diplomatiche tra Stato ebraico, Emirati Arabi e Bahrein. Poi afferma, incassando un grande applauso, che «la gente di Gaza merita un futuro migliore» e annuncia l'ordine di terminare le sanzioni contro la Siria: Ho già avviato la normalizzazione dei rapporti con Damasco», assicura, prima del previsto incontro, oggi, con il presidente Ahmed Hussein al-Sharaa.
Riguardo l'Iran, invece, dice di offrire ai leader di Teheran «una nuova e migliore strada verso un futuro molto più promettente», ribadendo di volere un accordo, ma «diversamente non avremo altra scelta che infliggere la massima pressione, portando a zero l'export del petrolio iraniano. La nostra offerta non durerà per sempre».
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