Guerra dialettica tra Apple e Donald Trump sui dazi. La grande azienda della Silicon Valley, l'undicesima compagnia più ricca del mondo secondo Fortune, si ritiene pesantemente penalizzata dalle tasse sui prodotti in entrata dalla Cina minacciati dall'amministrazione repubblicana, imposti già su prodotti cinesi per 50 miliardi di dollari ma che potrebbero presto essere estesi a merce per un valore di 267 miliardi di dollari di prodotti. «La nostra preoccupazione sui legge in una lettera indirizzata dall'azienda di Cupertino all'Office of US Trade Representative, l'agenzia che si occupa dello sviluppo commerciale delle imprese americane - è che con questi dazi Apple sarà la società colpita maggiormente. Questo si potrebbe tradurre in una crescita più bassa del Paese, con danno alla competitività». «Le tariffe aggiunge il management dell'azienda che produce l'iPhone - diventerebbero una tassa per i consumatori, farebbero lievitare i costi di prodotti Apple su cui i clienti fanno affidamento nella loro vita quotidiana». Per questo motivo la società ha chiesto al governo di Washington di «riconsiderare queste misure e lavorare per trovare altre soluzioni più efficaci che rendano l'economia americana più solida e facciano il bene dei consumatori». Secondo gli analisti infatti dazi così imponenti andrebbero a colpire un'enorme quantità di prodotti finendo per gravare noteolmente sulle tasche dei cittadini americani.
Se però i manager di Cupertino speravano di trovare antenne dritte nell'amministrazione guidata da un imprenditore di successo, hanno dovuto presto ricredersi. La risposta di Trump infatti non si è fatta attendere. È arrivata attraverso twitter ed è stata piuttosto tranchant: «I prezzi di Apple - ha scritto Trump - potrebbero aumentare per effetto dei massicci dazi che potremmo imporre alla Cina, ma esiste una facile soluzione in cui vi sarebbero ZERO tasse e un incentivo fiscale. Fabbricate i vostri prodotti negli Stati Uniti invece che in Cina. Iniziate adesso a costruire nuovi impianti. Sarebbe emozionante!».
La polemica arriva all'indomani dei dati che in realtà segnalano che malgrado i dazi-Trump il surplus commerciale della Cina verso gli Stati Uniti ha toccato nello
scorso agosto i 31,06 miliardi di dollari, crescendo così del 18,07 per cento a livello annuo, con un balzo in avanti delle esportazioni del colosso asiatico del 13 per cento. Un boom destinato a proseguire o a fermarsi?
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