Trump in tv per il muro. Vuole proclamare l'emergenza nazionale

Così potrebbe riprogrammare i fondi della Difesa. La deputata più giovane: "Razzista"

Trump in tv per il muro. Vuole proclamare l'emergenza nazionale

New York Il duello sul muro sbarca in tv. La sfida tra Donald Trump e gli avversari democratici capitanati da Nancy Pelosi e Chuck Schumer continua e la nuova puntata va in onda in diretta nazionale. Il presidente ha scelto di rivolgersi al paese dallo Studio Ovale della Casa Bianca sulla «crisi umanitaria e nazionale al confine meridionale», per persuadere gli americani della necessità dell'agognata recinzione (o barriera d'acciaio, purché made in Usa). E immediatamente i leader dem alla Camera e al Senato hanno chiesto - e ottenuto - di avere lo stesso tempo davanti alle telecamere per parlare anche loro del muro e della paralisi del governo federale, arrivata ormai al 19esimo giorno. «Visto che le reti televisive hanno deciso di diffondere l'intervento del presidente, che sarà pieno di malizia e disinformazione, ai democratici deve essere dato subito lo stesso spazio», fanno sapere in un comunicato congiunto Schumer e Pelosi. I quali hanno inoltre invitato i network interessati - Abc, Cbs, Nbc, Cnn, Fox e Msnbc - a essere aggressivi nel fact-checking di qualsiasi dichiarazione falsa.

Mentre l'ipotesi di trovare un accordo per porre fine allo shutdown langue, la Casa Bianca sta vagliando nuovi escamotage per bypassare Capitol Hill e ottenere i fondi per iniziare la costruzione del muro al confine con il Messico. Ad esempio, esaminando la legalità di una dichiarazione di emergenza nazionale, come riferisce il vice presidente Mike Pence. L'ipotesi sarebbe quella di invocare il National Emergencies Act del 1976 per dichiarare un'emergenza attivando le autorità esecutive, inclusa la riprogrammazione di alcuni fondi del Dipartimento della Difesa. In una serie di interviste, Pence parla di «innegabile crisi» alla frontiera sud, sottolineando che comunque Trump non ha ancora preso una decisione, e l'amministrazione sta cercando una soluzione negoziata con il Congresso, pur non rinunciando alla richiesta dei 5,7 miliardi di dollari per sigillare il confine. Il vice presidente afferma che il Commander in Chief intende spiegare «la necessità non solo di costruire il muro, ma anche di fornire alle pattuglie di frontiera risorse aggiuntive, assistenza umanitaria e medica, oltre a nuove tecnologie». Per farlo, tuttavia, «i democratici devono sedere al tavolo e iniziare a negoziare». «Potremmo risolvere il problema in poche ore se iniziassero a negoziare in buona fede», continua. «È un'emergenza che ha creato Trump», ribatte invece la senatrice dem della California, Kamala Harris. A suo parere il presidente sta portando avanti lo shutdown «per un suo progetto, il muro, a spese dei contribuenti e di centinaia di migliaia di dipendenti che lavorano ogni giorno senza essere pagati».

E un altro attacco a The Donald arriva dalla deputata progressista Alexandria Ocasio-Cortez. «Il presidente sta tenendo in ostaggio l'attività del governo in modo da costruire un monumento a se stesso al confine, che la maggioranza degli americani non vuole», scrive su Twitter, criticando la decisione di bloccare l'attività amministrativa federale finché gli avversari non concederanno nel bilancio i fondi richiesti.

Già due giorni fa la più giovane eletta in Congresso e astro nascente dei dem aveva puntato il dito contro Trump definendolo «un razzista», parole che hanno fatto infuriare la Casa Bianca. Secondo un sondaggio Cnn, la maggioranza degli americani attribuisce a Trump la colpa dello shutdown, circa il 50%, mentre il 35% ritiene responsabili i dem.

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