
«È stato un incontro molto aperto, cordiale, ma soprattutto molto operativo e concreto», che «credo rappresenti la smentita più efficace alla presunta assenza di interesse del governo tedesco a un rapporto con l'Italia. I nostri destini sono legati. Se l'Italia e la Germania lavorano insieme è un bene per l'Europa e rilanciare la competitività delle nostre imprese è una priorità».
Nelle ore in cui l'opposizione cerca di cavalcare la tesi dell'isolamento dell'Italia per l'assenza al format ristretto dei volenterosi, Giorgia Meloni incontra a Palazzo Chigi il neo cancelliere tedesco Friedrich Merz. Un faccia a faccia che smentisce in maniera visibile e plastica la presunta marginalizzazione del nostro Paese, facendo il paio con la smentita di due giorni prima «inflitta» alla presunta rivelazione di Die Welt, secondo cui l'Spd avrebbe preteso che nel patto di coalizione l'Italia venisse esclusa dall'intesa di Berlino con Polonia e Francia (il cosiddetto formato Weimar plus). È lo stesso Merz a scandire parole chiare: «L'Italia è per noi un partner strategico irrinunciabile nella politica estera ed europea, i nostri destini sono legati».
Il mini vertice di Palazzo Chigi rinsalda quel piano d'azione bilaterale italo-tedesco tra Italia e Germania siglato da Giorgia Meloni e Olaf Scholz nel novembre 2023. Ma il faccia a faccia tra i due leader rappresenta un ulteriore investimento sulla cooperazione tra due governi che ora hanno evidenti affinità programmatiche.
Il governo tedesco persegue, infatti, obiettivi e principi affini a quelli di Palazzo Chigi, si va dal contrasto all'immigrazione alla revisione del green deal, dagli investimenti esteri in Africa all'aumento della spesa militare. Senza dimenticare il tema degli investimenti in difesa. «Italia e Germania - dice Giorgia Meloni - possono avere un ruolo decisivo nel lavoro comune per rispondere alle maggiori responsabilità a cui l'Europa viene richiamata in ambito Nato. La mia convinzione è che il nostro lavoro debba puntare a costruire un solido pilastro europeo dell'alleanza atlantica da affiancare a quello americano in un'ottica di complementarietà strategica». E in merito ai «gruppi ristretti» dei volenterosi per l'Ucraina, la premier si dice disponibile a partecipare «a qualsiasi formato con i nostri partner europei e occidentali per raggiungere l'obiettivo di una pace giusta e duratura in Ucraina». Quanto alle parole di Macron, aggiunge, «non posso che prendere atto del fatto che l'invio di truppe non è più un tema in discussione». Il cancelliere conferma: «È fuori da qualsiasi realtà politica». Poi dice di voler «cambiare il formato dei volenterosi, nato come tre. Nei colloqui con Zelensky ho coinvolto la Polonia, perché vicina a questo conflitto. Ma siamo d'accordo sul fatto che l'Italia deve svolgere un ruolo, ci saranno colloqui prossimamente nell'Unione europea, in modo che ci sia coinvolgimento dell'Italia nella soluzione di questo conflitto». E poi sempre sulla politica estera, Meloni aggiunge: «È necessario abbandonare un po' i personalismi che rischiano di minare l'unità dell'Occidente, che è fondamentale per risolvere il conflitto» in Ucraina. Le naturali affinità italo-tedesche si possono sviluppare anche nella risposta europea ai dazi statunitensi. Merz annuncia che si recherà presto da Donald Trump e ringrazia la premier italiana per quanto ha fatto durante il viaggio a Washington.
E Giorgia Meloni, sollecitata dai giornalisti, offre il suo consiglio: «Trump lavora per difendere gli interessi americani e rispetta i leader che difendono i propri interessi nazionali. È come mi sono approcciata, come penso sia giusto fare e sono certa che Merz farà questo».
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