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Turismo e Sviluppo alla Lega. Salvini: "Rilanciamo il cuore d'Italia"

La Lega ottiene tre ministri. Giancarlo Giorgetti, Massimo Garavaglia e Erika Stefani entrano nell'esecutivo guidato da Mario Draghi

Turismo e Sviluppo alla Lega. Salvini: "Rilanciamo il cuore d'Italia"

La Lega entra nel governo Draghi con tre ministri. Erika Stefani alle Disabilità, Massimo Garavaglia al Turismo (con portafoglio) e Giancarlo Giorgetti allo Sviluppo Economico. Una triade importante, a dimostrazione che il Carroccio non sarà nell'esecutivo semplicemente come sostegno numerico a questa nuova compagine. I ministeri, in particolare quelli di Giorgetti e Garavaglia, hanno un peso specifico importante nella logica di un Paese che deve ripartire e con un Recovery Plan da approvare. Ed è per questo che a via Bellerio possono dirsi in ogni caso soddisfatti. Al netto di riconferme "pesanti" del governo precedente, quello in cui la Lega era all'opposizione, l'idea che lo Sviluppo economico e il Turismo vengano assegnati a ministri leghisti indica che della ripartenza di settori-chiave dell'intero Paese se ne occupi il partito guidato da Matteo Salvini. Che è riuscito anche nell'intento di vedere il vice, Giorgetti, all'interno dell'esecutivo.

Matteo Salvini ha commentato la scelta di Draghi con alcune brevi frasi che esprimono moderata gioia. Intervistato al tg di La7, il leader del Carroccio ha detto: "L'Italia chiama, chi può risponde. Forse non era conveniente, ma non me la sento di tirarmi indietro". "Noi non avevamo chiesto nomi ma cose da fare: un ministero della disabilità, che è stato creato, un ministero del turismo ad hoc", perché si tratta di un segmento dell'economia in "grande sofferenza". "Ora non vediamo l'ora di metterci a lavorare", ha detto poi Salvini, ribadendo di essere stato avvertito direttamente dal premier soltanto dieci minuti prima del suo arrivo al Quirinale.

Per la Lega si tratta di una prova particolarmente importante. Giorgetti e Garavaglia rappresenteranno elementi chiave per sostenere le idee economiche che da sempre interessano il partito ma in generale il centrodestra. Ed è anche per questo che la loro presenza rappresenta un'indicazione abbastanza chiara dell'idea di Paese che proverà a disegnare Draghi in questi mesi. Difficile che tutto vada in porto, ma l'impressione è che l'intenzione sia quella di definire un percorso che non tralasci le grandi opere, le reti strategiche, le imprese e in generale un settore devastato dalla crisi come quello del turismo, volano fondamentale dell'economia italiana. E non è un caso che le chat interne del Movimento 5 Stelle siano già in fibrillazione. L'idea che il Mise sia in mano alla Lega e non sia stato accorpato alla Transizione ecologica è già stato segnalato come un problema da Barbara Lezzi, e qualcuno dice che il centrodestra avrebbe "asfaltato" i 5s nella compagine di governo.

Su Giancarlo Giorgetti pesa poi anche l'importanza del vice segretario della Lega nel complesso meccanismo del potere nazionale e internazionale. Definito da più parti il "Richelieu" di via Bellerio, Giorgetti è l'uomo che ha rappresentato non solo la svolta atlantica della Lega ai tempi del governo giallo-verde, ma anche l'uomo che più di tutti ha ritenuto opportuno l'appoggio a Draghi da parte del suo partito.

Una scelta che va letta anche nell'ottica di una nuova riforma strutturale del Carroccio, impegnato a costruirsi anche all'estero (oltre che all'interno dell'Italia) un'immagine euro-atlantica e istituzionale, che guarda a una visione di insieme e alla prospettiva di un centrodestra strutturato in una cornice precisa.

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