Tutte le vie Padova di Milano tra crimine, droga e degrado

Arriva in Prefettura la mappa delle zone a rischio La sinistra in Comune divisa sull'uso dell'esercito

Tutte le vie Padova di Milano tra crimine, droga e degrado

Via Padova è la punta dell'iceberg su cui si infrangono le illusioni della sinistra. Ma nei quartieri di Milano crescono tante piccole via Padova. Le «Molenbeek» di San Siro, il bosco della droga che ammorba Rogoredo, le occupazioni abusive di Lambrate, via Gola sui Navigli. «Buchi neri» in cui criminalità, spaccio e insicurezza proliferano nelle piaghe delle occupazioni abusive fuori controllo, nel degrado dei casermoni di edilizia popolare, nelle vie dell'immigrazione squilibrata.

Il sindaco, Beppe Sala, cerca di barcamenarsi: da un lato ha chiesto al governo di inviare militari in città, dall'altro si è subito preoccupato di non indispettire i fedelissimi del predecessore Giuliano Pisapia, tradizionalmente allergici alle divise. Il primo cittadino si è allineato ai veti della sinistra, che ammette i soldati solo per liberare poliziotti e carabinieri da compiti di sorveglianza sugli obiettivi sensibili. Nel frattempo l'assessore Sicurezza, la pragmatica Carmela Rozza, nel comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza, ieri in Prefettura, ha indicato le macro aree in cui «dovremo immaginare delle presenze importanti» di militari: «Via Padova, il quartiere Corvetto, San Siro, via Gola e via Imbonati». Una mappa delle emergenze che l'assessore ha disegnato idealmente nelle settimane scorse, nel corso del suo «tour» fra i municipi, una serie di assemblee con cittadini e comitati che in ogni occasione hanno chiesto militari, vigili e «divise» in genere. Una domanda martellante, urgente, cui il Comune ha cercato di rispondere. Non a caso questa prima mappa sui soldati in città combacia perfettamente con quella dei vigili di quartiere, che per carenze di personale non possono coprire l'intera città ma saranno dispiegati «a rotazione» sulle emergenze. E assomiglia molto, questa mappa, a quella delle pattuglie schierate 8 anni fa: «In via Padova i reati calarono del 40% - ricorda Riccardo De Corato, allora vicesindaco - Ma avevano 436 uomini e non bastavano Non so cosa possano fare i 250 di cui parlano oggi». Via Padova è tornata sotto i riflettori dopo l'omicidio di un domenicano a colpi di pistola e coltello. Ma ecco le altre emergenze: via Gola, sui Navigli, che lo stesso assessore ha definito «un buco nero». E poi, non lontano, viale Bligny 42, che evoca ancora l'eterno fortino della droga e dello spaccio. E per analogia l'altra torre di nessuno, in via Cavezzali traversa di via Padova. E nel municipio 9 via Imbonati, che un esponente dei comitati ha definito pochi giorni fa «un'università del crimine». Altro buco nero è Rogoredo, (ex) prima piazza dello spaccio del Nord Italia: per sradicare i traffici insediati in quel boschetto sono arrivate le ruspe. Maniere forti. Alla stazione centrale, pochi giorni fa, dopo una mega rissa documentata da un video visto centinaia di migliaia di volte, cento persone, stranieri, sono stati fermati e controllati.

Discorso a parte merita San Siro, col quadrilatero della paura: via Paravia via Tracia, via Micene e via Civitali. «Le centinaia di occupazioni abusive, con porte sfondate quotidianamente, lo spaccio di droga a cielo aperto e le illegalità dei centri sociali - dice il presidente del municipio Marco Bestetti - sono state colpevolmente ignorate per 5 lunghi anni».

Alla criminalità qui si sovrappone l'ombra della presenza jihadista, con l'arruolamento di qaedisti in un piccolo appartamento di edilizia popolare in via Paravia 84, traversa di via Civitali, in cui abitava invece Mohamed Game, il libico che nel 2009 si fece esplodere davanti alla caserma Santa Barbara.

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