Cronaca internazionale

Tutti contro Harry. Dai talebani ai militari è scacco al principe

Accusato per la frase sui 25 afghani uccisi "Così rischia lui. E anche i soldati inglesi"

Tutti contro Harry. Dai talebani ai militari è scacco al principe

È giunto il momento di rispondere per la Famiglia Reale? Oppure il silenzio resta la migliore arma di Buckingham Palace e la rabbia di Harry rischia di ritorcersi contro il ribelle di famiglia che non riesce a liberarsene? Dopo la bomba sganciata dal principe e duca di Sussex in «Spare» («il minore», nella traduzione Mondadori) e dopo le anticipazioni shock sui contenuti della sua autobiografia, in cui Harry spara a zero sulla famiglia, fonti reali riferiscono ai tabloid inglesi - spesso usati per far trapelare gli umori di Palazzo - che il principe William è «distrutto» e a questo punto, dopo le parole «cattive e mirate» usate dal fratello, «non ci sarà mai più una riconciliazione». «Incomprensibile e molto probabilmente imperdonabile ciò che Harry ha commesso» e di cui «quasi sicuramente si pentirà. Ha superato troppe linee rosse nel libro».

Eppure la principale vittima della guerra fratricida in corso nella monarchia inglese rischia di essere proprio lui, il secondogenito di Carlo e Diana che sta sparando a zero sui primi giorni di Regno di papà Carlo III. La ruota di scorta, l'eterno secondo, il figlio nell'ombra, sempre un passo indietro rispetto all'erede al trono di casa Windsor, William, è riuscito in un colpo solo a portare le relazioni nella Famiglia reale al loro punto più basso da quando Diana svelò i tradimenti di Carlo in tv nell'intervista del 1995, è riuscito a compromettere in modo probabilmente irreversibile la relazione con William, che nel libro definisce «amato fratello e arcinemico», a risvegliare la rabbia dei talebani per le dichiarazioni sull'uccisione di 25 miliziani in Afghanistan, a far infuriare per le stesse ragioni i vertici dell'esercito e i commilitoni, a mettere a repentaglio la propria sicurezza, già a rischio per ruolo e sovraesposizione, e infine a far apparire la morte della regina Elisabetta quasi un sollievo a Buckingham Palace. «Almeno se n'è andata prima e si è risparmiata questo spettacolo penoso», riferiscono in forma anomina dalla corte.

Scripta manent e lo sfogo di cui si conoscono già le rivelazioni più scottanti, in libreria il 10 gennaio, non rischia solamente di essere la pietra tombale nella relazione con il padre, che il 6 maggio attende l'incoronazione, e con il fratello William, il cui rapporto in un'intervista per Good Morning America, in onda lunedì, Harry definisce di «eterna competizione». Harry «si è sparato un colpo sui piedi», dicono delle sue rivelazioni sull'Afghanistan deputati e vertici militari britannici, tra cui l'ex capo dell'esercito Richard Kemp, che ha avvertito di come le ammissione del duca potrebbero indurre i simpatizzanti filo-talebani a essere «provocati a tentare vendetta» contro di lui e possibilmente «incitare alcune persone a tentare un attacco ai soldati britannici in qualsiasi parte del mondo». I talebani chiedono che «per i suoi crimini di guerra» Harry venga portato di fronte a una corte internazionale. Dichiarazioni non proprio rassicuranti, che minacciano di mettere ulteriormente a repentaglio l'incolumità di Harry, dopo l'ammissione di aver considerato le sue vittime come «pezzi degli scacchi» perché «è impossibile uccidere un bersaglio se lo si considera come una persona». Dichiarazioni a dir poco «incaute», «propaganda per il nemico», dicono ora diversi esponenti militari.

Come se non bastasse, la sfilza di rivelazioni sulla lite in cui il fratello William lo prende per il collo della camicia e lo scaraventa a terra, «rosso di rabbia», quelle sul padre Carlo che scherza sulle presunte relazioni extraconiugali di Diana chiedendogli «di chi sei figlio?», e poi ancora l'ammissione di aver assunto cocaina e funghi allucinogeni da ragazzo, di aver perso la verginità nel retro di un pub con una donna che lo ha trattato «come un giovane stallone», di aver sconsigliato il padre di sposare Camilla perché non si trasformasse nella «matrigna cattiva», e infine di Carlo che alla sua nascita diceva a Diana «hai un erede e una scorta, ora il mio lavoro è finito», alla fine «hanno trasformato le vicende della Casa Reale in EastEnders», ammette Kehind Andrews, l'accademico inglese epserto di questioni razziali che era finito nella serie Netflix di Harry e Meghan, paragonando quello che sta avvenendo alla soap opera più popolare e longeva del Regno Unito, buona da quasi 40 anni. Ma pur sempre una soap opera.

Il silenzio potrebbe ancora essere l'arma migliore dei Windsor.

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