
Il futuro passa dai giovani. Qualche volta è solo un luogo comune che all'occorrenza fa comodo sventolare. Nel caso dei mezzi di comunicazione no, è una implacabile verità che, ciclicamente, viene messa alla prova, generalmente dopo averla ignorata o trascurata. Ora tocca alla televisione, il "medium" re del Novecento che in questi anni passa sotto la forca caudina di un ricambio generazionale che non è mai stato così frenetico e impaziente. Risultato, tanti osservatori (ma non solo quelli) lamentano il progressivo teledisinteresse di Generazione Z e dintorni, in sostanza della fascia anagrafica compresa tra i quindici e i trentaquattro anni, una fascia peraltro pregiatissima non solo per gli investitori ma pure per la piattaforme, i social network eccetera. Bene, dai dati fatti vedere l'altra sera a Cologno, si capisce che in Italia c'è solo un broadcaster che "davvero" provi a rivolgersi a un pubblico destinato ad allontanarsi dal piccolo schermo. È Mediaset.
E lo fa con successo, come dimostrano alcune percentuali. Eccone qualcuna. Nel periodo compreso tra settembre 2024 e maggio 2025, tra le 21.30 e 24.30 lo share complessivo dei canali Mediaset nella fascia anagrafica compresa tra i 15 e i 24 anni è del 40,4 per cento, un dato che stacca nettamente quelli delle altre tv: la Rai si ferma al 31,9 per cento, Sky al 12,3 per cento, Discovery al 9,2 e La7 al 3,7 per cento. Sono divari spesso oceanici. Idem per la fascia di ascoltatori tra i 25 e i 34 anni, altrettanto pregiata. Nella stessa fascia oraria, Mediaset è al 43,5 per cento la Rai al 29,5, Sky al 10,6, Discovery al 9,6 mentre La7 si ferma a 4,3. Di solito le cifre restano cifre perché non forniscono, o forniscono marginalmente, anche altre informazioni come il "sentiment", il gradimento eccetera. Ma sono dati molto chiari sull'attenzione, e anche sull'attaccamento, che un certo tipo di pubblico mostra nei confronti di un mezzo di comunicazione. Di certo i programmi di Maria De Filippi hanno un ruolo chiave in questa transizione generazionale. I dati netti di suoi tre programmi di punta come Amici, Tu si que vales e C'è posta per te su Canale 5 confermano che arrivano al 30,3 per cento nella fascia 15-64 anni mentre Raiuno non oltrepassa il 14,3. Nel dettaglio, ad esempio, il confronto per la fascia 15-34 è chiarissimo: 34,6 per cento contro 13,5. Risultati simili per quanto riguarda il Grande Fratello nei confronti delle fiction di Raiuno nella fascia 15-64 (rispettivamente 19,0 e 18,1), e L'Isola dei Famosi di Canale 5 sempre nei confronti dei programmi di Raiuno (rispettivamente 16,9 e 12,4). Insomma i numeri parlano chiaro. Ma, al netto di una contabilità che comunque interessa i singoli contendenti e basta, il dato generale che invece interessa tutti è che i giovani non si allontanano dalla tv perché non interessati in assoluto a quel mezzo di comunicazione. Ma spesso sono le stesse tv che non offrono contenuti in grado di attirare i giovani.
Difatti, quando i contenuti sono in grado di farlo (ad esempio anche durante Sanremo), quella fascia anagrafica risponde all'appello. Un meccanismo chiaro che rappresenta un salvacondotto per la tv del futuro. Ma che qualcuno evidentemente preferisce ignorare.