I soldi che non bastavano mai, un forte senso di inadeguatezza nei confronti della propria famiglia e degli altri, il peso - ingigantito da problemi psichiatrici e fattosi insopportabile - di una vita troppo modesta in un mondo vorace, pieno di pretese. Era ossessionato dal futuro Salvatore Staltari, 70 anni e lo era soprattutto per quello delle persone che economicamente dipendevano direttamente da lui: la moglie di origini filippine Catherine Panis, una 41enne con la quale i rapporti si erano fatti così tesi da far pensare all'uomo di lasciarla e la loro figlia adolescente, Stefania, che di anni ne aveva compiuti 15 a maggio. Così ha preferito cancellare ogni proiezione e prospettiva temporale e togliersi la vita dopo averla sottratta arbitrariamente a loro. I carabinieri del nucleo investigativo di Milano insieme ai colleghi della compagnia di San Donato Milanese ieri pomeriggio hanno trovato i tre cadaveri nell'appartamento di circa 50 metri quadrati nella palazzina spoglia lungo la strada provinciale «Binaschina» dove la famiglia abitava, in una frazione di poche anime, Francolino, nel comune di Carpiano, a qualche chilometro da Melegnano, una ventina di chilometri a sud est di Milano. I corpi senza vita erano sul letto, un colpo di pistola in testa a ciascuno, come una sentenza inappellabile. Sul tavolo della cucina un messaggio scritto a mano: «Io e mia moglie litighiamo sempre, sono stufo di lei - si sfoga l'uomo -. Mia figlia però è troppo giovane per restare da sola».
Del resto Salvatore S. era stato molto chiaro ieri quando alle 14.30 aveva chiamato il 118 per annunciare il duplice omicidio appena commesso a cui sarebbe seguito, nell'arco di una manciata di secondi, il proprio suicidio. L'uomo, che non aveva un lavoro fisso e per tirare avanti svolgeva occupazioni saltuarie come quella di autista, aveva composto il numero del pronto intervento quasi in un ultimo tragico tentativo di far sentire la propria voce al mondo annunciando la tragedia appena compiuta e ancora da concludersi. «Ho ucciso mia moglie e mia figlia, ora mi tolgo la vita» aveva dichiarato drammaticamente sintetico - non senza aver fornito prima il proprio indirizzo - all'operatore che gli aveva risposto. Poi più nulla, solo il rumore della chiamata interrotta. Mentre si preparavano a raggiungere il posto da dove proveniva la chiamata, i sanitari di Areu (Agenzia emergenza urgenza) hanno avvertito i carabinieri che si sono precipitati sul posto, così come il magistrato di turno della Procura competente, quella di Lodi.
I vicini di casa hanno spiegato al magistrato che Staltari, definito «un po' particolare», viveva lì da tantissimi anni, quindi nessuno ha parlato mai di liti tra moglie e marito.
«Quel che è accaduto ci ha lasciato senza parole» hanno dichiarato i dirimpettai della famiglia, sconvolti da quei tre colpi di pistola che hanno squarciato il silenzio del tranquillo dopo pranzo domenicale di fine agosto. L'arma utilizzata dall'omicida-suicida è un revolver detenuto illegalmente. L'unico precedente penale dell'uomo, che risale al 2018, lo accusa proprio di porto abusivo di arma da fuoco.
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