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Ue, causa ad AstraZeneca. "Contratto non rispettato"

Bruxelles: "Azienda non affidabile". La replica: "Accordi onorati, ci difenderemo in tribunale"

Ue, causa ad AstraZeneca. "Contratto non rispettato"

Una guerra legale sulla pelle dei cittadini. L'inaffidabilità di AstraZeneca finisce in tribunale.

La Commissione europea ha avviato venerdì scorso, «a nome suo e dei 27 Stati membri», un'azione legale contro l'azienda farmaceutica anglo-svedese «per non aver rispettato il contratto per la fornitura dei vaccini». I virgolettati sono quelli del portavoce della Commissione Stefan de Keersmaecker, che ha spiegato come Bruxelles ritenga l'azienda colpevole di «violazione del contratto preliminare di acquisto» in quanto «i termini del contratto non sono stati rispettati e l'azienda non ha avanzato una strategia affidabile per assicurare la tempestiva fornitura delle dosi». «Quel che è importante per noi - fa presente de Keersmaecker - è garantire la rapida consegna di un numero sufficiente di dosi a cui hanno diritto i cittadini europei e che sono state promesse sulla base del contratto». L'accordo tra Ue e AstraZeneca è un contratto di diritto belga, in cui le parti si impegnano a risolvere eventuali controversie davanti alla giurisdizione esclusiva dei tribunali stabiliti a Bruxelles.

AstraZeneca ha consegnato 30 milioni di 120 milioni di dosi concordate con l'Ue nel primo trimestre del 2021. Nel secondo trimestre prevede di consegnare 70 milioni di 180 milioni previste. Quindi a fine giugno avrebbe consegnato un terzo del dovuto, 100 milioni su 300. Una manifestazione di inaffidabilità piuttosto palese, ancora più grave perché la posta in gioco è la salute dei cittadini. Duecento milioni di dosi in meno in sei mesi significa centinaia di migliaia di contagi che si sarebbero potuti evitare con un'immunizzazione anticipata e di conseguenza almeno qualche centinaia di morti gratuite. È l'aritmetica a inchiodare AstraZeneca. E per questo sconcerta la difesa a oltranza dell'azienda farmaceutica, che rivendica la sua correttezza. «Abbiamo rispettato tutti gli impegni di fornitura con l'Unione europea», sostiene una fonte dell'azienda che annuncia l'intenzione di difendersi in Tribunale e rabbonisce Bruxelles con la promessa di consegnare entro fine aprile 50 milioni di dosi.

Che comunque qualche problema ci sia stato è la stessa azienda a riconoscerlo, parlando di «progressi nell'affrontare le sfide tecniche e la nostra produzione sta migliorando» anche se «il ciclo di produzione di un vaccino è molto lungo, il che significa che questi miglioramenti richiedono tempo per portare a un aumento delle dosi». Problemi che però dovevano essere chiari fin dall'inizio a chi produce vaccini come mestiere e business, prima di impegnarsi in un contratto estremamente impegnativo e al rispetto del quale è affidata la messa in sicurezza di decine di milioni di cittadini europei.

Naturalmente anche l'Italia ha pagato il prezzo dei ritardi nelle forniture del vaccino che peraltro da noi è stato destinato soltanto agli «under 60». A tutto ieri erano state consegnate 4.550.800 dosi di Vaxzevria, contro i 5,35 milioni di dosi che sarebbero dovute arrivare entro fine marzo e i 15,39 che avrebbero dovuto riempire i frigoriferi degli hub vaccinali entro fine giugno. E invece dovremmo essere per quella data a una decina di milioni in tutto.

Secondo il commissario governativo Francesco Paolo Figliuolo il giorno 29 aprile giungeranno 2 milioni di dosi che saranno fruibili fra il 30 aprile e il 1° maggio, poi nei giorni successivi eccone altri 2,5-2,7 milioni, anche se le date precise ancora non sono disponibili. In ogni caso la sensazione è che con AstraZeneca l'Italia e l'Europa saranno sempre in affanno.

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