
Fondo nero e, sotto, la sua inconfondibile firma: "Il segno che spero di lasciare è fatto di impegno, rispetto e attenzione per le persone e per la realtà. È da lì che tutto comincia". Ha lasciato le sue ultime parole indelebili sui social, ieri Giorgio Armani, Re Giorgio per tutti. Aveva appena compiuto 91 anni l'11 luglio scorso. È scomparso ieri, circondato dalla famiglia e dal braccio destro degli ultimi 45 anni Leo Dell'Orco, e chiedendo alla sua città i funerali privati, nel suo stile. Perchè l'importante per lui non è mai stato farsi notare ma ricordare. La camera ardente sarà allestita a partire da domani e sarà visitabile fino a domenica a partire dalle 9 del mattino alle ore 18, in via Bergognone 59, nell'Armani/Teatro, dove ha sede il suo quartier generale. È stato il suo team a dare la notizia. "Con infinito cordoglio, il gruppo Armani annuncia la scomparsa del suo ideatore, fondatore e instancabile motore". Il "Signor Armani, come è sempre stato chiamato con rispetto e ammirazione da dipendenti e collaboratori - sottolinea -, si è spento serenamente, circondato dai suoi cari. Infaticabile, ha lavorato fino agli ultimi giorni, dedicandosi all'azienda, alle collezioni, ai diversi e sempre nuovi progetti in essere e in divenire". L'azienda ricorda che negli anni ha creato "una visione che dalla moda si è estesa a ogni aspetto del vivere, anticipando i tempi con straordinaria lucidità e concretezza", lo ha guidato "un'inesauribile curiosità, l'attenzione per il presente e le persone. In questo percorso ha creato un dialogo aperto con il pubblico, diventando una figura amata e rispettata per la capacità di comunicare con tutti". Nella nota firmata da "i dipendenti e la sua famiglia" si ricorda che la Giorgio Armani "è una azienda con cinquant'anni di storia, cresciuta con emozione e con pazienza", lo stilista ha "sempre fatto dell'indipendenza, di pensiero e azione, il proprio segno distintivo. L'azienda è il riflesso, oggi e sempre, di questo sentire". E "in questa azienda ci siamo sempre sentiti parte di una famiglia. Oggi, con profonda commozione, sentiamo il vuoto che lascia chi questa famiglia l'ha fondata e fatta crescere con visione, passione e dedizione. Ma è proprio nel suo spirito che insieme, noi dipendenti e i familiari che sempre hanno lavorato al fianco del signor Armani, ci impegniamo a proteggere ciò che ha costruito e a portare avanti la sua azienda nella sua memoria, con rispetto, responsabilità e amore".
Il team ricorda anche che re Giorgio è stato sempre attento alle esigenze della comunità e si è impegnato su molti fronti "soprattutto verso la sua amata Milano". Il sindaco Beppe Sala ha annunciato che lunedì, giorno dei suoi funerali, "sarà proclamato lutto cittadino". Nella città d'adozione ha aperto boutique, hotel, il Silos/museo appena rinnovato, ha salvato dal fallimento e riportato in cima alle classifiche la storica squadra di basket Olimpia Milano e a Milano ha donato anche un progetto green con 350 nuovi alberi e sessantamila arbusti. Infaticabile fino all'ultimo, dopo il ricovero in una clinica milanese, ha dovuto rinunciare a uscire in passerella a fine show, alle ultime sfilate maschili, ma ha assicurato che sarebbe stato sempre lui ad avere la parola finale su tutto, come nella mostra in programma tra pochi giorni alla Pinacoteca di Brera che per la prima volta avrebbe aperto le porte alla moda per celebrare i 50 anni del suo brand. Nella sua ultima intervista uscita sul Financial Times a pochi giorni dalla sua scomparsa Armani ha raccontato la sua vita e delineato il piano per la successione, che oggi viene letto quasi come un testamento.
Parlava del "graduale passaggio dei ruoli di responsabilità che ho sempre ricoperto a chi mi è più vicino, come Dell'Orco, i membri della mia famiglia e l'intero team di lavoro. Vorrei che la successione fosse organica e non un momento di rottura".