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Ultimo atto: il Terzo Polo divorzia Azione nel Misto

"Questo argomento non mi interessa proprio". Così il leader di Azione Carlo Calenda replica a chi gli domanda chi abbia vinto tra lui e Renzi

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«Questo argomento non mi interessa proprio». Così il leader di Azione Carlo Calenda replica a chi gli domanda chi abbia vinto tra lui e Renzi. Sì, perché ieri, dopo un tira e molla durato mesi, è stato il giorno della separazione ufficiale del Terzo Polo. Con i renziani che mantengono il gruppo al Senato (hanno i numeri) e gli azionisti che devono accontentarsi di sedere al Misto, insieme agli ex odiatissimi avversari di Verdi e Sinistra italiana. A inizio legislatura, non sarebbe stata percepita come una naturale coabitazione. Poi le cose sono cambiate. «Habemus Papam. Prima si può chiudere questa storia meglio è», aggiunge l'ex ministro dello Sviluppo, che perde parte dell'agibilità politica in Parlamento ma che appare tutto sommato contento della formalità del divorzio. Discorso diverso alla Camera dei deputati, dove il presidente Lorenzo Fontana ha disposto ulteriori approfondimenti. Il tema di fondo è che né Italia viva né Azione hanno deputati sufficienti per costituire un gruppo autonomo. Intanto da Iv in qualche modo esultano: «Anche in questo caso il tempo è galantuomo. Il gruppo si chiama Italia viva Il Centro Renew. Buon lavoro ai colleghi del Misto».

Toni istituzionali da Azione, dove Mariastella Gelmini ci tiene soprattutto a ringraziare il presidente del Senato che ha dovuto trovare una quadra organizzativa: «Siamo assolutamente soddisfatti dell'accordo. Ringraziamo Ignazio La Russa, che ha avuto molta pazienza. C'è stato molto equilibrio. Ringraziamo anche la Giunta per il regolamento perché si è trovata finalmente una soluzione».

«Quanto ai sette senatori di Italia viva - ha chiarito proprio la seconda carica dello Stato -, non nasce un gruppo nuovo, ma resta in campo quello istituito ad inizio legislatura».

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