Tornano gli 80 euro, questa volta per «i figli». Intervistato dal quotidiano dei vescovi Avvenire, assai attento alla questione, Matteo Renzi annuncia quella che definisce «la via italiana al quoziente familiare», perchè «per le famiglie abbiamo fatto troppo poco»: un bonus di 80 euro al mese («Mille euro netti all'anno») per tutti gli under 18.
Misura «universale» ma con un limite di reddito: «Insomma, non sarà per i figli di Marchionne e Elkann - precisa - ma per la gran parte delle famiglie italiane sì».
Resta il problema non da poco delle coperture: all'incirca 10 miliardi di euro, calcolando 10 milioni di under 18. Ma Renzi ha la risposta pronta: «Rifaremo la battaglia per la flessibilità per i conti pubblici, come nel 2014. La nuova battaglia è arrivare al 2,9% di deficit, è tornare alle regole di Maastricht, che vuol dire avere dai 30 ai 50 miliardi in più». Contemporaneamente, aggiunge occorre «mettere in moto una operazione per abbattere il debito pubblico: il clima è quello giusto». E il fiscal compact «dovrà diventare social compact».
Il leader del Pd nega che si tratti di una mancia elettorale: «Certo, mi attaccheranno anche su questo, ma io andrò dritto. Ho un disegno per l'Italia», assicura. La campagna elettorale è comunque virtualmente iniziata, come dimostra anche il rinnovato protagonismo renziano: chiusa l'intervista con l'Avvenire, ad ora di pranzo l'ex premier era negli studi di Rai3, intervistato da Lucia Annunziata. E da quegli schermi ha replicato, con comprensibile freddezza, alle richieste di Mdp che ieri, per il tramite di Roberto Speranza, ha invitato perentoriamente il Pd a rinunciare al Rosatellum e a cambiare tutta la legge di Bilancio, in cambio di un appuntamento con il medesimo Speranza: «Sono pronto a incontrare Renzi, lo sfido: sono disponibile già lunedì mattina», dice il coordinatore di Mdp, ruolo che gli lascia evidentemente tempo libero. «È l'ultima occasione per capire se il filo tra noi si è definitivamente spezzato o si può ancora riannodare», aggiunge, dopo aver elencato le conditio sine qua non in cambio delle quali Mdp gli concederebbe il vis a vis.
Un'«apertura» fatta ovviamente per uscire dalla ridotta della Valtellina in cui Mdp si è infilata, per riaprire il gioco del cerino sulle responsabilità della rottura col Pd. Che infatti non raccoglie le avance speranziane. Prima il capogruppo Ettore Rosato si incarica di puntualizzare che sulla legge elettorale non si tratta: «Siamo pronti al dialogo se Mdp voterà il Rosatellum, che incentiva le coalizioni». Poi Renzi ironizza: «Bisogna essere molto chiari: ma come, verrebbe da dire, dopo tutto quello che ci avete detto, dopo aver fatto una scissione, come potete pensare di dialogare? Io però voglio vedere il bicchiere mezzo pieno e guardo all'apertura: se è seria, bene». Ma di certo «rimettere in discussione il Rosatellum», su cui si è raggiunta un'ampia intesa parlamentare, «è molto difficile». Nel Pd però la mossa di Mdp viene presa per buona da esponenti come Dario Franceschini e Andrea Orlando: «Importantissimo, non va fatta cadere l'apertura di Speranza».
A proposito dei rapporti con il premier, incrinati dall'affaire Bankitalia, Renzi butta acqua sul fuoco: «Prenderò atto della decisione del governo e qualsiasi decisione sarà non
intaccherà minimamente i nostri rapporti. Gentiloni non ha bisogno di consigli. Paolo ha la mia stima, il mio rispetto e la mia amicizia». Anche se, aggiunge in una intervista al Pais, «su alcune cose la pensiamo diversamente».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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