Un'altra reporter avvelenata: scrisse dei crimini di guerra di Mosca

La Kostyuchenko era in Ucraina, si è sentita male in Germania. Berlino indaga

Un'altra reporter avvelenata: scrisse dei crimini di guerra di Mosca
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Si allunga la lista degli oppositori russi finiti nel mirino della repressione putiniana. Secondo la procura tedesca la giornalista russa residente a Berlino, Elena Kostyuchenko, sarebbe stata colpita dalla scure del Cremlino. Per questa ragione sta indagando sul tentato omicidio della giornalista che ha manifestato sintomi compatibili con l'avvelenamento: disorientamento, dolori addominali e estremità gonfie durante un viaggio in treno da Monaco a Berlino.

Si tratta di una corrispondente che si è distinta per inchieste mirate sui presunti crimini di guerra russi in Ucraina e che, fino alla chiusura, ha lavorato per Novaya Gazeta, il megafono indipendente che ha vinto il Premio Nobel per la pace per i suoi reportage sulla Russia e che annovera tra le sue penne Anna Politkovskaya, la giornalista assassinata dopo alcuni reportages sulla Cecenia. «Quando sono scesa alla stazione mi sono resa conto che non sapevo come tornare a casa - ha scritto due settimane fa sulla rivista letteraria n+1 - Sapevo che dovevo trasferirmi in metropolitana, ma non riuscivo a capire come».

Elena Kostyuchenko non è sola: altre due colleghe russe che vivevano all'estero hanno accusato sintomi di avvelenamento nello stesso periodo. Si tratta di Natalia Arno, presidente della Fondazione Russia Libera con sede negli Stati Uniti, che si è ammalata a Praga e di Irina Babloyana, giornalista radiofonica che si è sentita male a Tbilisi. Inizialmente si pensava che la Kostyuchenko avesse i sintomi del Covid, ma una volta eseguiti tutti i test erano ormai trascorsi troppi giorni per individuare eventuali residui di veleno.

Il caso segue per modalità e merito quello del noto dissidente russo Aleksey Navalny, condannato a 19 anni di carcere nel processo in cui è accusato di «estremismo». Era stato arrestato a Mosca nel gennaio del 2021, dove era rientrato da Berlino: nella capitale tedesca era stato curato per un avvelenamento. All'attivista politico russo era stato somministrato il Novichok, come confermato dal governo della Germania, dove il più famoso oppositore di Putin era stato ricoverato presso l'ospedale Charité. I primi sintomi sono datati 22 agosto, mentre Navalny era in volo dalla Siberia a Mosca. Dopo un atterraggio di emergenza, venne ricoverato a Omsk dove entrò in coma. I medici parlarono di un «disturbo del metabolismo». Si tratta della stessa sostanza usata nel 2018 contro l'ex spia Sergei Skripal e la figlia Yulia, avvelenati nel Regno Unito. Sempre nel 2018 Pyotr Verzilov, uno dei fondatori del gruppo di protesta Pussy Riot, si ammalò gravemente e fu trasportato in aereo a Berlino, dove i medici ritennero l'avvelenamento «altamente plausibile».

Tra i sopravvissuti a due tentativi di avvelenamento, nel 2015 e nel 2017, c'è una figura di spicco dell'opposizione al regime, come Vladimir Kara-Murza, riconosciuto pochi mesi fa colpevole di tradimento e condannato a 25 anni di reclusione.

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