Unioni civili, niente diktat: Berlusconi lascia liberi tutti

Il Cavaliere non darà indicazioni al partito sul ddl Cirinnà Prestigiacomo, Lainati e Brambilla si sono già espressi a favore

Unioni civili, niente diktat:  Berlusconi lascia liberi tutti

Roma Sulla polemica del giorno, innescata attorno al dibattito sulle unioni civili, Berlusconi sta valutando l'ipotesi di lasciare libertà di coscienza ai suoi. Sebbene il Cavaliere sia in una fase di radicale opposizione al governo, sui temi come quello affrontato dal Ddl Cirinnà, l'ex premier ha un atteggiamento molto laico. Non solo: da tempo s'è espresso a favore del riconoscimento dei diritti alle coppie omosessuali e sarà difficile un suo ripensamento per mettere i bastoni tra e le ruote alla maggioranza.

«Quella per i diritti civili degli omosessuali è una battaglia che in un Paese davvero moderno e democratico dovrebbe essere un impegno di tutti - disse già nell'estate del 2014 -. Da liberale, ritengo che attraverso un confronto ampio e approfondito si possa raggiungere un traguardo ragionevole di giustizia e di civiltà». Un pensiero, questo, particolarmente condiviso dalla compagna del Cavaliere, Francesca Pascale, sempre in prima fila per sostenere le battaglie di gay e lesbiche.È probabile, quindi, che da Berlusconi non arriverà alcuna indicazione precisa su come dovrà comportarsi Forza Italia in aula, quando il Ddl verrà messo ai voti. Intanto il partito discute e fa emergere tutte le diverse sensibilità sul tema.

La prima ad arricciare il naso sul provvedimento è la giovane Annagrazia Calabria che legge il Cirinnà come l'anticamera dell'utero in affitto: «Mentre il M5S gongola per la decisione del Pd di appoggiarsi ai voti grillini sulle unioni civili, e mentre Renzi tira dritto sulla stepchild adoption, in Italia si spiana la strada alla pratica inaccettabile dell'utero in affitto. Una svolta sociale che mina il concetto di famiglia e di genitorialità e svilisce la donna, che diventa lo strumento per il concepimento dei figli di altri».Un'altra donna azzurra, tuttavia, la pensa diversamente.

Stefania Prestigiacomo esce allo scoperto: «Voterò sì, perché si tratta di un passo storico, che compie l'Italia su un tema così delicato e importante, anche se nel testo ci sono delle lacune e saranno sollevati dubbi davanti alla Corte costituzionale». E ancora: «Renato Brunetta ha annunciato dopo le vacanze una nuova riunione dei gruppi di Fi e forse un ufficio di presidenza ad hoc per trovare una linea definitiva. Possiamo fare tutte le riunioni che vogliamo, ben vengano per approfondire e confrontarci, ma alla fine ciascuno rimarrà della propria opinione e voterà secondo coscienza». Anche l'azzurro Giorgio Lainati sarebbe favorevole così come Michela Vittoria Brambilla che però incalza il premier: «Renzi prende in giro tutti. Non so neanche quanto conti il suo impegno per istituire le unioni civili e per non stralciare la stepchild adoption. Vedremo». La maggioranza di Fi, tuttavia, resta contraria.

L'ala ortodossa di Forza Italia, la più critica sul provvedimento in esame, è capeggiata da Maurizio Gasparri, Paolo Romani, Lucio Malan, Altero Matteoli e Giacomo Caliendo. Malan spiega: «Ribadisco più che mai il mio no al ddl Cirinnà anche perché sta emergendo una cosa che ho sempre denunciato come evidente, ovvero che il ddl apre, anzi incentiva, l'utero in affitto.

Sono grottesche, quindi, le posizioni di alcuni nella maggioranza governativa che sottolineano la necessità di fare qualche modifica sulla stepchild adoption». In mezzo, la «dialogante» Carfagna: «Mettiamo da parte gli estremismi e arriviamo a un buon compromesso».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica