
- Ieri alla marcia della pace di Assisi, Francesca Albanese tra le altre cose (no, ‘sto piano di pace a Gaza proprio non le piace): “Guardiamo a quel saio lacero (di San Francesco, ndr) che ci deve ricordare cosa conta e che dobbiamo liberarci dalle meschinità da cui dipendiamo e per camminare tutti insieme verso la pace. Non c'è problema che non si risolva se non con l’amore. Serve l'umiltà di Francesco, di chi ascolta e tenta di capire prima di discutere e prima di condannare". Non è che sta cercando di ricevere pure la cittadinanza onoraria dal Vaticano?
- Le immagini che arrivano da Gaza, comunque, sembrano smentire la “fame” raccontata da Hamas negli ultimi mesi. Attenzione: non sto dicendo che non abbiano sofferto. Non sto dicendo che non abbiano patito. Ma il racconto che era stato fatto somigliava, o voleva somigliare, alle immagini degli ebrei liberati dai campi di sterminio nazisti, loro sì ridotti pelle ed ossa. Non è il caso dei gazawi, a giudicare dalle immagini. Di sicuro non dei miliziani di Hamas.
- Mi sono trovato a commettere questo errore, oggi. Mi sono ritrovato a scrivere “i 20 ostaggi israeliani liberati da Hamas”. No, Hamas non ha “liberato”, cioè reso libero, nessuno. Li ha scarcerati, semmai. Li ha dissotterrati dalle tombe di cemento dove li aveva rinchiusi. Li ha scambiati con 2mila prigionieri palestinesi. E non è questione di lana caprina, ma fa tutta la differenza del mondo: non dobbiamo dimenticare, mai, che questi civili, ragazzi di 18-20 anni, che andavano a seguire un rave party, sono stati prelevati contro ogni regola del diritto internazionale. Questo sì, senza bisogno di fare alcuna indagine, un crimine che viola ogni convenzione.
- Ostaggi liberi, fine della guerra forse. Qualcuno può dirmi, 2 anni dopo il 7 ottobre, quali miglioramenti alla vita dei palestinesi ha prodotto quell’"atto di resistenza", come lo chiama qualcuno, che ha massacrato 1200 civili e provocato il successivo conflitto? Rispondete: stanno forse meglio o peggio i gazawi rispetto al 6 ottobre del 2023? È forse nato lo Stato di Palestina? Sono più ricchi, più potenti a livello internazionale? No. La verità, che alcuni non vogliono vedere, soprattutto chi oggi ritiene il piano di pace una sorta di “piano coloniale”, è che se i jihadisti avessero riconsegnato subito gli ostaggi i palestinesi non avrebbero sofferto quello che hanno sofferto.
- Domanda, domandina, per tutti quelli che “Hamas guida la resistenza” palestinese. Ma se a Gaza in queste ore si stanno sollevando alcuni clan che resistono al potere dei jihadisti nella Striscia, chi sono i “partigiani”? Quelli di Hamas, che lottano contro Israele lanciando missili e sgozzando ciivili. Oppure i membri dei clan che combattono contro Israele che da 20 anni comanda a Gaza?
- Anvedi che sfiga il Pd: vince Eugenio Giani in Toscana, ma lo fa con la più bassa affluenza mai verificatasi da quelle parti. Gli Elly Boys, dopo aver detto a destra e a manca che l’astensionismo è una piaga della democrazia, adesso non potranno neppure festeggiare fino in fondo.
- Il nostro problema nei confronti di Trump è che lo leggiamo con gli occhi del pregiudizio occidentale, spesso progressista. Donald invece è un uomo d’affari.
E per raggiungere la pace nella Striscia di Gaza ha bombardato gli Houthi, sganciato missili sull’Iran, minacciato Hamas, convinto i Paesi Arabi (chissà con quali concessioni). Ha lavorato cioè non con le parole, coi premi Nobel, coi discorsi all’Onu, ma sfruttando a pieno il potere che gli conferisce il fatto di essere il Presidente dello Stato più ricco e forte del mondo.