Unioni civili, primi sì E il Pd gela Alfano: «Le adozioni restano»

Bocciate le pregiudiziali da oltre 190 senatori Rispedito al mittente il tentativo del leader Ncd di stralciare dal testo la stepchild adoption Cirinnà: «Questa è già una sintesi moderata»

La legge sulle unioni civili supera di slancio il primo voto del Senato: con un margine di più di 80 voti, ieri pomeriggio, sono state respinte tutte le pregiudiziali di costituzionalità presentate da chi - come Forza Italia e gli alfaniani - è contrario al provvedimento.Il Pd renziano, che resta compatto, incassa il successo con soddisfazione: si è votato per alzata di mano e dunque i numeri non sono ufficiali, ma si parla di 191 no (più tre astensioni, che al Senato valgono come no) alla richiesta di bocciatura della costituzionalità del provvedimento e alle proposte di rinvio in commissione. Numeri che sfiorano quella quota 200 che i democrat auspicavano, ma che non risolvono ancora tutti i dubbi: solo la settimana prossima, quando si arriverà al voto (segreto) sul cruciale articolo 5 e sulle centinaia di emendamenti che si concentrano sulla norma più contestata, quella che introduce la stepchild adoption, si capirà se il governo Renzi incasserà una vittoria piena o dimezzata.La maggioranza, come previsto, si è divisa: Pd da una parte, Ncd dall'altra: tutti i centristi, compresi i neo-sottosegretari appena rimpastati, hanno votato contro il ddl Cirinnà. Ampiamente rimpiazzati dai senatori di Sel e di Cinque Stelle. Mentre il Pd ha lasciato gelidamente cadere nel vuoto l'ultimo tentativo, alquanto maldestro, di Angelino Alfano per evitare l'irrilevanza di Ncd. Il ministro dell'Interno, in extremis, si è detto pronto a votare sì, creando una «maggioranza larga», a patto che dal testo si eliminasse «qualsiasi analogia con il matrimonio e la norma sulla stepchild adoption». Altrimenti, aveva avvisato, se la legge passasse col voto decisivo dei grillini «non si creerà una nuova maggioranza, ma sarebbe certo un fatto grave e traumatico». Traumatico, sembra di capire, soprattutto per lui, che nel frattempo incassa anche la sprezzante bocciatura dei promotori del Family Day (cui ripete di aderire con commosso slancio) alle sue arruffate mediazioni: «Per noi, popolo del Circo Massimo - tuona il leader di piazza Gandolfini - l'eventuale stralcio dell'articolo sulla stepchild adoption non modifica il giudizio totalmente negativo sulla legge. Come si fa ad accettare un provvedimento che nasce incostituzionale?».Bocciato da destra, Alfano viene respinto anche da sinistra: «L'impianto della legge non si tocca, adozioni comprese», gli manda a dire il capogruppo del Pd Zanda. A Ncd non resta che ritirarsi sull'Aventino, preparandosi ad incassare l'inevitabile approvazione della legge con la speranza che almeno sulle adozioni, a scrutinio segreto, il Pd perda pezzi e venga sconfitto, consentendo agli alfaniani di rientrare in maggioranza nel voto finale su un provvedimento «depurato». Scenario che il Pd vuole però scongiurare, anche se le incognite allo stato restano. Sulla carta, i voti a favore della stepchild adoption (tolti i 30 potenziali dissidenti cattolici del Pd) sono 185, compresi anche i verdiniani, i grillini e buona parte del gruppo misto, ma nessuno può giurare su quel che può accadere nel buio dell'urna. I prossimi giorni saranno dedicati alla discussione generale in aula e al pressing dietro le quinte.

Ma il Pd non ha intenzione di cercare ulteriori mediazioni, e punta al successo pieno: «Questa quarta versione del disegno di legge è già una sintesi moderata - dice la relatrice Monica Cirinnà -non ci saranno più scuse per l'ennesima porta chiusa davanti a chi chiede solo di entrare nella grande comunità delle famiglie italiane».

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