In una intervista al Corriere della Sera, il premier Matteo Renzi continua a raccontare un'Italia diversa da quella certificata da numeri e statistiche e seguita in proclami e promesse.
"Il governo abbasserà le tasse come promesso utilizzando la flessibilità del patto di stabilità finalmente ottenuta in ambito Ue. Per la prima volta, grazie al lavoro di tutti a partire da Padoan, abbiamo ottenuto la possibiiltà di uno spazio di patto di circa l'1%, 17 miliardi di euro. Cercheremo di usare parte di quello. Io le tasse le ho abbassate sul serio", sottolinea Renzi, rispondendo agli scettici come l'ex premier Romano Prodi, che aveva detto che le tasse non si abbassano su Twitter. "Mi riferisco innanzitutto agli 80 euro: Prodi forse non lo ricorda perché non rientra nella categoria, ma chi guadagna meno di 1500 euro al mese se n'è accorto eccome. Mi riferisco poi alle misure per il lavoro, dall'Irap agli sgravi contributivi per i neoassunti. Adesso la casa con l'azzeramento di Tasi e Imu, quindi l'Ires per le aziende nel 2017 e l'Irpef nel 2018".
Il premier assicura inoltre che "non ci sarà nessun taglio alla sanita" e che non sono in programma neanche interventi sulle pensioni più alte. "Magari nella sanità ci sarà qualche poltrona Asl in meno e qualche costo standard in più. Ma sono tagli agli sprechi, non alla sanità".
Renzi ostenta ottimismo. "Il Paese non mi sembra fermo e al contrario vedo tanta energia. Dopo anni di palude, il Parlamento approva le riforme. L'Expo è una scommessa vinta contro il parere di molti. Gli indici di fiducia e i consumi tornano a crescere. Il turismo tira, in particolare al Sud. Si respira un clima di ripartenza. Dopo anni di segno negativo torniamo a crescere. Cresciamo poco, non mi accontento dello zero virgola, ma vorrei ricordare che i precedenti governi avevano un netto segno meno. Adesso siamo al più. Cresciamo all'incirca come Francia e Germania: poco, ma finalmente come loro. Negli ultimi anni, invece, mentre loro crescevano noi perdevamo posizioni. I numeri dei contratti a tempo indeterminato sono buoni, anche dopo la correzione. Gli occupati crescono, i cassintegrati scendono, la ripresa c'è. Non è la prima volta che si fa confusione sui numeri, spero sia l'ultima".
Il premier poi non si sbilancia sull'ipotesi di un intervento armato in Libia e Siria e ricorda che il presidente Usa, Barack Obama, ha convocato un vertice proprio sui questi temi a fine mese a margine dell'annuale Assemblea delle Nazioni Unite; e quella sarà la sede in cui si discuterà la strategia complessiva.
"Le unioni civili si faranno, punto": non ha dubbi il premier, Matteo Renzi, secondo il quale "ci sono i numeri per una forzatura", ma non è escluso "trovare un punto di intesa ampio". Il capo del governo risponde anche alle considerazioni del cardinale Angelo Bagnasco: "Il richiamo alla famiglia non è in contraddizione con le unioni civili ed è un richiamo molto corretto. Nella legge di Stabilità va inserito un piano famiglia, dagli asilo nido fino agli interventi per i bambini poveri e le famiglie numerose".
Sull'immigrazione, "si scelga finalmente di superare Dublino e di avere una politica di immigrazione europea, con un diritto d'asilo europeo. Andremmo negli Stati di provenienza per valutare le richieste di asilo, evitando i viaggi della morte. Gestiremmo insieme anche i rimpatri".
Il premier riflette poi sulla riforma del Senato ed esclude il pericolo di una crisi di governo che sfoci nel voto anticipato: "Non vedo nessun rischio. Se vogliamo fare una forzatura sul testo uscito dalla Camera, i numeri ci sono, come sempre ci sono stati".
Secca la
risposta di Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria: "Leggi l'intervista a Renzi. Poi esci di casa e ti accorgi che pensieri e realtà non coincidono. Svegliate il premier: sta sognando, ma per gli italiani è un incubo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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