
Le università italiane sono da giorni ostaggio dei gruppi pro Pal e dei collettivi che, con la scusa di Gaza, impediscono lo svolgimento delle lezioni, occupano le aule e si rendono protagonisti di atti violenti. Ieri si è raggiunto il culmine a Genova dove un dipendente tecnico-amministrativo della facoltà è stato aggredito mentre tentava di accedere al rettorato di via Balbi 5 attualmente occupato. Come se non bastasse nello stesso ateneo sono avvenuti atti vandalici, danneggiamenti, imbrattamenti e scritte offensive sui muri, una situazione che è stata attenzionata dal Ministro dell'Università Anna Maria Bernini.
Per capire l'aria che si respira nell'Ateneo occupato da tre giorni "contro il genocidio in corso nella Striscia di Gaza e in solidarietà con la Global Sumud Flotilla" basti pensare che una fonte dell'ateneo spiega che "nell'edificio non entra nessuno senza il via libera degli occupanti e i danni sono inquantificabili".
Il ministero, una volta accertate le responsabilità da parte delle forze dell'ordine e della magistratura, chiederà il rimborso dei danni subiti e "si costituirà parte civile nei processi relativi agli episodi di violenza e sosterrà con ogni mezzo i rettori, come il professor Federico Delfino, che denunceranno occupazioni e soprusi nei dipartimenti".
Il ministro ha inoltre chiesto al rettore Federico Delfino di trasmettere la propria solidarietà e vicinanza esprimendo un elogio al lavoratore dell'Università la cui unica colpa è stata quella di svolgere il proprio dovere. Sempre secondo le fonti del ministero, lo stato d'animo del ministro può essere definito "furibondo". L'aggressione al dipendente dell'Università di Genova segue di pochi giorni quanto avvenuto a Pisa dove un gruppo di pro Pal, dopo aver fatto irruzione durante la lezione de professore Rino Casella accusato di essere "sionista", è stato aggredito e colpito con un pugno.
Intanto ieri l'Università Ca' Foscari di Venezia ha annunciato di voler interrompere gli accordi con Israele con una decisione presa dal Senato Accademico e dal Consiglio di Amministrazione dell'ateneo. L'Università Ca' Foscari "condanna i crimini gravissimi di cui, secondo quanto emerso dai pronunciamenti della Corte penale internazionale e dalle risoluzioni dell'Onu, si è reso e si rende responsabile il governo di Israele nei confronti della popolazione di Gaza e Cisgiordania".
A Bologna, dove varie aule sono occupate, Azione Universitaria ha promosso una raccolta firme chiedendo "all'ateneo che vengano sgomberati tutti gli spazi occupati abusivamente dai collettivi e che si fermi questa intollerabile escalation".
Anche a Messina è stato occupato per qualche ora il rettorato con un'assemblea permanente durata tutta la giornata di ieri e con la richiesta alla rettrice di interrompere gli accordi con la Hebrew University di Gerusalemme.
I collettivi hanno organizzato un presidio permanente nel cortile dell'Università Statale di Milano con una decina di tende, un gazebo, striscioni pro-Pal e bandiere definendosi "l'equipaggio di terra" della Global Sumud Flotilla e dichiarandosi pronti a manifestare "fin quando ce ne sarà bisogno".
Sempre i collettivi Osa e Cambiare Rotta continuano ad annunciare nuove assemblee e occupazioni con lo slogan "blocchiamo tutto" e per lunedì è prevista una nuova assemblea per la Palestina a Perugia. A pagare le conseguenze di questa situazione sono come sempre i veri studenti che vorrebbero esercitare il proprio diritto allo studio.