Un'ora e venti di battute e affondi. "Manipolatore". "E tu un genio..."

Il leghista più perfido: "Se tu hai il 4 per cento e io il 33..."

Un'ora e venti di battute e affondi. "Manipolatore". "E tu un genio..."

Si stuzzicano subito, anzi provano il colpo ad effetto. Nemmeno il tempo di sedersi nel salotto di Bruno Vespa e i due Mattei si beccano. Comincia Salvini: «Renzi in maniera geniale si è inventato un governo sotto il fungo per evitare le elezioni». Renzi è rapidissimo a replicare: «Il colpo di sole da Papeete è evidente. Salvini ancora rosica». «Ancora col Papeete? - si accalora Salvini - Allora andrò a Courmayeur con il volo di Stato».

Sciabola e fioretto, i due leader cercano ciascuno il punto debole dell'altro davanti ad un Vespa gongolante per aver portato a casa l'attesissimo match fra i due grandi protagonisti dell'ultima crisi. «Salvini - punge Renzi ritornando ad agosto e alla scelta scombinata del leader leghista di far saltare il banco - ha fatto una cosa senza capo né coda». L'altro Matteo sospira, forse maledicendo la troppa fretta. Ma restituisce con gli interessi il complimento: «Renzi mette lì un ministro e crea un partito. Non è un rottamatore per caso». Più che un duello è un gara alla battuta più perfida. «Renzi è diverso da me - insiste Salvini - lui si inventa governi dalla sera alla mattina. Dice Bruno stai sereno e poi, traac. Fa un governo». L'ex premier, svelto, batte un'altra pista: «Stare in spiaggia col figlio è legittimo, ma se sei un ministro non stai in piazza ma nelle istituzioni. Conosci tutte le sagre di paese, stai sempre a mangiare, hai uno stomaco d'amianto. Allora fai il Presidente della Pro Loco».

Volano stereotipi, luoghi comuni, immagini da bar. L'importante è rimandare subito la palla dall'altra parte. «Io adoro i comuni, le sagre - è la risposta di Salvini - è vero, ma o gli italiani sono cretini, perché mangio come un bufalo e non partecipo alle riunioni europee, oppure qualcosa di buono si è fatto, se tu hai il 4% e io il 33. Renzi - è la coda velenosa - è un genio incompreso, ha fatto tutto e gli italiani non se ne sono accorti, ha portato pure la pace nel mondo».

Lo scambio, come in una finale di Wimbledon, non si esaurisce mai. Neppure sull'apparente intermezzo amarcord, evocato da Vespa: la partecipazione dei due Mattei al gioco di Mike Bongiorno «La ruota della fortuna». Sono, sarebbero, peccati di gioventù, ma Renzi prova a fare il primo della classe: «Io su quel premio pagai le tasse, lei non so, magari Berlusconi le riservò un trattamento di favore».

Si vira di nuovo verso l'attualità e l'ex sindaco di Firenze, reattivo, riparte alla carica: «Noi abbiamo il dovere di mettere in sicurezza il debito pubblico. Lei è 27 anni che fa politica, Salvini, non ha portato a casa nessun risultato, ma solo tanti spot».

Scoppia la lite e Vespa butta benzina sul fuoco: è vero che tutti e due vogliono fare la festa a Conte? «Non è vero», afferma Renzi. «Non porto rancore», dice Salvini che però aggiunge: «È che quando dico mai col Pd è mai col Pd. Per qualcuno l'onore vale meno della poltrona». «Salvini uomo di parola? - scatta Renzi - lei era per la Padania e poi nazionalista, da comunista a Casapound, Salvini lei è una banderuola, non tiene la parola più di un minuto».

Un'ora e venti minuti senza break.«Manipolatore», incalza Renzi. «Ti vedo nervosetto», replica l'altro Matteo. Una stoccata di qua, una di là. Anche sulle presunte trame montate dagli 007 nel Russiagate e sulle altrettanto non dimostrate tangenti della Lega in Russia. «Chi parla di complotto - va giù duro Renzi - ne risponderà in tribunale. Mai con Obama ho fatto una cosa che fosse illegale. Suggerisco a Salvini di fare altrettanto: perché non querela Savoini?».

« In Russia - si difende Salvini - ho solo difeso gli interessi degli italiani, le sanzioni hanno danneggiato il nostro Paese». Non basta. E Renzi tenta l'ultimo assalto: «Dove sono finiti i 49 milioni della Lega?». «Io - è il congedo del capo della Lega - non li ho visti».

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