Uomini, il corpo delle donne non può finire dentro le urne

Le frasi sessiste del tycoon fanno schifo. Ma in passato leader democratici hanno esibito ancora più disprezzo

Uomini, il corpo delle donne non può finire dentro le urne

«Se sei vip, alle donne puoi fare di tutto». Due o tre cose signor Trump: la sua frase fa schifo, da qualunque parte la si guardi. Secondo poi, non si illuda. Ci sono donne a cui mai, né un vip né un metalmeccanico, riuscirebbero «a fare di tutto». E ce ne sono altre, di donne, a cui è vero che un vip (sicuramente più che un metalmeccanico) potrebbe fare di tutto. Ma è un «di tutto» relativo. Un di tutto, che in ogni caso deciderebbe lei, la signora. Probabilmente dopo essersi fatta intestare un conto alle Cayman o offrire delle tette nuove, o un appartamento nell'Upper East Side, o un biglietto aereo per tutta la famiglia da San Salvador. Per dire: non sarebbe comunque, signor Trump, «tutto quello che vuole lei». Ma forse lei non se ne renderebbe comunque conto. Perché, come dice una nostra collega, ci sono donne «che ti levano il pisello dai pantaloni». E per quelle (più che «a» quelle) si fa qualsiasi cosa.

Ma detto questo... A darci più fastidio delle sue infelici, sessiste (come piace dire adesso) dichiarazioni, signor Trump, sono solo quelli che salgono sulle sue infrequentabili esternazioni e le trasformano in un'opportunità elettorale più che in un ripristino di rispetto umano. Le cavalcano con aurei speroni in nome della moralità, della dignità femminile, della parità di genere. Quando in realtà non gliene frega proprio niente della dignità della donna, del gergo irrispettoso, dello sciovinismo becero e violento. Diversamente non avrebbero mai eletto Jfk a Dio in America, o non avrebbero mai accettato l'omertà sulla doppia vita di Mitterrand in Francia e non avrebbero mai taciuto sulle amanti di Tito nella ex Jugoslavia, che scannava attrici e starlettine sul suo yacht o sull'isola di Sveti Stefan. E si sarebbero indignati per le perversioni filmate del direttore del Mundo, Rodriguez, che faceva il moralista contro Aznar. E non avrebbero messo in croce, al contrario, Nilde Iotti, insultandola per la sua relazione extraconiugale con Togliatti. Le pari opportunità, il rispetto della donna, la dignità femminile.

Lei presta senza dubbio il fianco, signor Trump ma gli altri la superano quasi in cattivo gusto. Gli altri chi? Facendo cosa? Quelli che dimenticano «la falce e il bordello» del primo scandalo sessuale di sinistra (quello di Popi Saracino negli anni '80) che trovano comodo teorizzare che gli stoccacciamenti impropri stanno solo dalle parti di Arcore o delle Trump Towers: dove i miliardi abbondano e i capelli scarseggiano. La donna, sia quella inespugnabile, sia quella avveduta e scafata delle Cayman, non è stagionale. E tantomeno elettorale. La donna non è un'opportunità, tranne che, a volte, per se stessa. Ma quella che riesce a essere autobastevole, quella che riesce a usare l'uomo che s'illude di usarla, se ne frega delle frasi di Trump e non ha bisogno dei crociati: non le servono quelli convinti, figuriamoci quelli strumentali, dell'ultima ora.

Tutte le altre però, tutte quelle che non vogliono, non riescono, non hanno mai pensato di farsi regalare un paio di tette nuove, beh a quelle i difensori posticci fanno peggio del nulla. Lasciate noi fuori dalle urne. E voi restatevene fuori dai nostri uteri necessariamente autogestiti. Non ci aiutate mai, evitate di sventolarci come vessilli sotto elezioni.

Voi che non avete ancora capito chi sono le madri dei vostri figli, le vostre colleghe, i vostri capi, la vostra migliore amica, quelle che vi faranno polverizzare tutti i punti delle Millemiglia. Voi di destra e di sinistra, che ancora non avete capito che, comunque, a nessuna donna puoi fare di tutto.

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