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Urso respinge il diktat della Ryanair sui voli: "Li gestiranno altri"

Il ministro per il Made in Italy: "Wilson faccia come vuole. Noi i più appetibili"

Urso respinge il diktat della Ryanair sui voli: "Li gestiranno altri"

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Ryanair non molla la presa. Il governo nemmeno. Sulle norme contro il caro voli, nessun passo indietro: parola del ministro Adolfo Urso. Dopo aver inasprito i toni del proprio braccio di ferro con l'esecutivo, la compagnia aerea low cost era tornata nelle scorse ore a mostrare i muscoli e lanciare un severo aut aut. «Se il decreto non sarà cancellato, Ryanair sarà costretta a tagliare le sue attività su Sardegna e Sicilia nell'estate e nell'inverno 2024 e ciò vorrà dire meno passeggeri a tariffe più alte», aveva avvertito l'amministratore delegato del gruppo, Eddie Wilson. Dichiarazioni che tuttavia non hanno smosso il ministro delle Imprese e del Made in Italy dalla linea adottata contro i rincari sulle tariffe aeree. «Wilson faccia quel che crede. L'Italia è il primo mercato della compagnia, il più appetibile d'Europa. Se taglieranno rotte, le riempirà qualcun altro. Mi chiedo solo se gli azionisti di Ryanair sono della stessa opinione», ha dichiarato l'esponente di governo a La Stampa, rivendicando la necessità e l'efficacia dei provvedimenti intrapresi. Secondo Urso, in questi anni la compagnia low cost irlandese avrebbe fatto «quel che ha voluto» sul mercato italiano. E ora, dunque, l'aria «deve cambiare». Un possibile e implicito riferimento alle multe e ai richiami ricevuti dall'azienda in tre lustri d'attività, ma anche un rimprovero al gruppo rispetto a recenti e controverse dinamiche commerciali. «Quando vengono messi in vendita biglietti a mille euro in concomitanza di eventi alluvionali, il mercato non c'entra nulla. Si chiama speculazione», ha attaccato infatti il ministro delle Imprese del Made in Italy, riferendosi alle emergenze calamità di quest'estate in Toscana ed Emilia Romagna. Il mercato che funziona ha continuato l'esponente di Fratelli d'Italia - «è quello regolato. Fin qui è stato evidentemente sregolato». Poi un'ulteriore annotazione critica: «Mi rassicura il fatto che tutti, con la sola eccezione della compagnia irlandese, ammettano il problema. Quando ci siederemo al tavolo con le compagnie verificheremo come affrontare le storture». Se pur convinta del proprio indirizzo, la linea del governo resta comunque quella dell'apertura al dialogo. Lo stesso Urso ha infatti ribadito la propria disponibilità a incontrare nuovamente i vertici di Ryanair nei primi giorni di settembre, per approfondire quanto già discusso nella riunione del 9 agosto scorso con il Ceo della compagnia, Wilson. Proprio quest'ultimo, nelle scorse ore, aveva fatto pervenire al ministro una lettera dai toni nel complesso distensivi, nella quale l'azienda pur contestando il recente decreto - confermava il proprio impegno nel nostro Paese, delineando programmi di sviluppo a medio e lungo termine. L'auspicato confronto potrebbe ripartire proprio da lì: dalla volontà del gruppo irlandese di investire in un mercato vantaggioso come il nostro e dall'intenzione del governo di agevolare la libera concorrenza, ma sulla base di regole chiare. Il ministro Urso ha inoltre confermato l'orientamento ad «attivare un tavolo di settore già nel mese di settembre, al termine di una più ampia agenda di incontri già in atto con i principali vettori aerei che operano in Italia e con quelli che intendono aprire nuove rotte». L'obiettivo sarà creare una sede di un confronto costante tra i ministeri competenti, gli enti locali, le associazioni di categoria e le compagnie aeree per individuare soluzioni utili allo sviluppo del comparto.

Al netto delle tensioni e delle rivendicazioni di parte, infatti, «è proprio in Italia si registrano le maggiori performance di crescita».

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