«Iniziamo l'anno scolastico, per la prima volta nella storia della Repubblica, avendo tutti i docenti al proprio posto». È davvero un azzardo la promessa del ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi. Una mission impossible mai centrata dai suoi predecessori e che questa volta sembra ancora più difficile da realizzare in tempi di pandemia a causa anche del famigerato algoritmo che ha già mietuto molte vittime. Le graduatorie per le supplenze si stanno man mano rivelando piene di errori. La convocazioni non avvengono più in presenza e molti docenti precari segnalano disfunzioni: assegnazioni che poi si rivelano erronee e vanno riformulate. Nella provincia di Bari molti gli incarichi non attribuiti e le sovrapposizioni con il risultato che ci sono ancora migliaia di supplenze da definire. I responsabili dell'ufficio scolastico assicurano però che riusciranno a riassegnare le cattedre entro l'inizio delle lezioni fissato per il 13 giugno. Certamente se davvero tutte le cattedre saranno coperte per l'avvio delle lezioni a Bianchi andrà riconosciuto che il suo non era un bluff.
L'impegno preso dal ministro per un avvio e una prosecuzione regolare dell'anno scolastico è una strada piena di ostacoli. L'obiettivo ribadito dal titolare del dicastero dell'Istruzione in audizione alla Camera è «garantire la scuola in presenza». Puntuale nel precisare che «rispetto alle 112.473 cattedre vuote e vacanti autorizzate dal Mef noi avremo 58.735 posizioni a ruolo già assegnate». Bianchi sottolinea che sono stati già assegnati «i 53.738 incarichi annuali di supplenze ai quali si aggiungono 59.813 posti in deroga prevalentemente per il sostegno» e per le cattedre che resteranno ancora scoperte si ricorrerà alla messa a disposizione.
Bianchi poi difende gli insegnanti sottolineando che «la scuola è quella che ha risposto più di qualsiasi altra fascia della società alla chiamata al vaccino. Un grande risultato, ottenuto grazie anche al sistema informatizzato che permette ai presidi, nel rispetto della privacy, di monitorare la situazione vaccinale del proprio personale». Il ministro fa riferimento alla piattaforma messa a punto da Sogei che mette in contatto il Sistema informativo dell'istruzione (Sidi) con la Piattaforma nazionale digital green certificate (Pndgc)per uno scambio di informazioni automatico che dovrebbe funzionare a pieno regime dal 13.
Il ministro interviene anche sulla questione dei test salivari. La proposta dell'Istituto Superiore di Sanità è istituire delle «scuole sentinella» dove monitorare ogni 15 giorni eventuali positività con tamponi molecolari su campioni di saliva ma per Bianchi il monitoraggio nelle classi deve essere allargato e costante: «i test salivari devono essere estesi oltre le classi pilota», l'unica via per il ministro per garantire le lezioni in presenza. Vaccini, test, green pass per docenti e personale. Ma che cosa accadrà quando emergerà un caso positivo in classe? No a lockdown generalizzati. «In presenza di un caso Covid positivo in una classe, l'autorità sanitaria studierà la grandezza del cluster ma in ragione della numerosità delle vaccinazioni la scuola resterà aperta, non si agirà su territori ampi come quelli regionali», assicura Bianchi.
Intanto il confronto sul green pass rischia di trasformarsi in uno scontro aperto con il mondo dell'università. Sono saliti a 600 i docenti universitari che hanno firmato contro l'obbligo della carta verde tra loro anche lo storico Alessandro Barbero.
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