"Vado a fare una strage per tutte le morti in mare". Autista dirotta scuolabus con 51 bimbi e gli dà fuoco

Una classe di seconda media di Crema tenuta in ostaggio per un'ora tra benzina e minacce

"Vado a fare una strage per tutte le morti in mare". Autista dirotta scuolabus con 51 bimbi e gli dà fuoco

Milano - Quel che poteva essere e solo per un soffio non è stato emerge dalle immagini. Sequenze rese ancora più soffocanti da un filmato di fortuna, realizzato con il telefonino da qualcuno che, stando oltre il guard rail della provinciale Paullese, ha catturato l'attimo per poi postarlo online. Non dimenticheremo facilmente o forse mai quelle sagome indefinite dei 51 allievi di seconda media della scuola media Giovanni Vailati di Crema (Cremona), ragazzini intrappolati da un autista fanatico in un bus che avrebbe dovuto riportarli dalla palestra dove erano appena stati per l'ora di ginnastica, alla loro scuola. Un mezzo sinonimo di «normalità» trasformatosi per 40 minuti in un'avventura infernale dopo che l'uomo al volante inaspettatamente ha cambiato direzione, sequestrando i ragazzi per cospargere l'interno dell'autobus di benzina deciso a dargli fuoco con loro dentro, al grido scioccante di «Oggi da qui non esce vivo nessuno». Le sequenze mostrano ragazzini tra i dodici e i tredici anni che urlano e gridano, in preda al terrore. E che all'improvviso corrono in massa verso l'unica porta aperta e forzata dai carabinieri-eroi, aggrappandosi a quella che dev'essere sembrato uno scampolo, l'ultimo, di una vita appena cominciata e che rischiava di finire subito. Il bus guidato dall'uomo che li tiene in ostaggio in quell'attimo riesce a ripartire e loro si lanciano, si scaraventano fuori da quell'unica uscita così, come capita, stramazzando sull'asfalto. Ora, dopo quelle scene, sapere che stanno tutti bene ha davvero del miracoloso.

L'artefice di questa quasi strage si chiama Ousseynou Sy, è un cremasco di origine senegalese, ha 47 anni e quei ragazzini li ha già portati altre volte in giro per Crema in autobus. L'autista lavora infatti da quindici anni per la società Autoguidovie, secondo i suoi datori di lavoro non ha mai dato problemi, ma l'uomo alle spalle ha un passato a dir poco inquietante e ieri mattina in mente aveva qualcosa di altrettanto temibile tant'è che sul mezzo si è portato due taniche di benzina, nascondendole sotto due sacchi neri della spazzatura. Sono le 11.10 quando l'autista devia silenziosamente dal percorso ordinario e porta il pullman verso la Paullese. Davanti alle proteste dei ragazzi che, insieme ai tre insegnanti che li accompagnano, chiedono la ragione di quel cambiamento di direzione, l'africano blocca il bus nelle vicinanze di San Donato Milanese e si piazza nel corridoio centrale. «Andiamo a Linate - dice rivolgendosi ai passeggeri - oggi da qui non esce vivo nessuno. Vanno fermate le morti nel Mediterraneo» e comincia a spargere benzina sulle cappelliere e sui sedili per mostrare che fa sul serio. Dà quindi agli insegnanti delle fascette da elettricista ordinando di «legare» i polsi dei loro allievi a cui sottrae tutti i cellulari. È solo una svista fortunata se uno dei sequestrati, un dodicenne, resta in possesso del suo telefonino.

Mentre versa altra benzina sul mezzo il senegalese, nel suo sproloquio, alterna frasi come «State calmi, non vi succederà nulla» ad altre di tutt'altro tenore come «sono morti in tanti sui barconi, dovete morire anche voi». Si muove e si agita Sy, qualcuno dirà poi di avergli visto impugnare una pistola che poi però non verrà trovata. Ed è così, approfittando della sua distrazione, che il dodicenne, con la complicità di un insegnante, riesce a chiamare un genitore che lancia l'allarme. Il dirottatore sta ancora dichiarando a gran voce di voler raggiungere lo scalo di Linate e lancia strali contro la politica sugli immigrati, quando sul posto arrivano tre autoradio dei carabinieri della compagnia di San Donato Milanese.

Alla vista delle vetture dell'Arma Sy non si ferma, anzi sperona un'auto dei militari che si para davanti al bus, ma intanto ne perde il controllo, finisce contro il guardrail ma continua ad avanzare lentamente. Approfittando di quel breve stop i carabinieri riescono a piazzare una delle loro auto davanti al mezzo, bloccandolo e mentre cercano di tenere impegnato l'autista che, con la tanica in una mano e un accendino nell'altra, minaccia di appiccare il fuoco, altri militari forzano la porta posteriore del bus, rompendo anche dei vetri e da lì iniziano a far uscire i ragazzini.

È solo a quel punto che il senegalese dà corpo ai suoi avvertimenti e - dopo averlo messo in moto facendolo spostare di nuovo per alcuni, concitatissimi attimi in cui gli studenti cercano disperatamente di abbandonare quell'inferno - non solo appicca il fuoco al bus, ma blocca due studenti, minacciando di ucciderli.

Armati di una mazza i carabinieri rompono i vetri posteriori, sono momenti convulsi. Quando finalmente riescono a disarmare e ad arrestare l'autista, a bordo ci sono ancora cinque ragazzi. Che si abbracciano.

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