Cronache

Vaiolo delle scimmie, primo caso in Italia. "Niente panico, cautela"

L'Iss ha già istituito una task force di esperti "Va fermato ma il virus non è come il Covid"

Vaiolo delle scimmie, primo caso in Italia. "Niente panico, cautela"

Dopo sette contagi accertati in Inghilterra e cinque in Portogallo, il vaiolo delle scimmie spunta anche in Italia. Il primo caso è quello di un ragazzo rientrato da poco dalle isole Canarie e sotto osservazione all'ospedale Spallanzani, dove ci sono altri due pazienti sospetti. Si stima che nei prossimi giorni i casi diventino molti di più, soprattutto tra i giovani non vaccinati (il vaccino contro il vaiolo è stato abolito nel 1981).

Ovviamente è presto per parlare di allarme, ma non per tenere alto il livello di attenzione. Il virus (che è molto meno grave del vaiolo umano) ha messo sull'attenti l'ente di controllo sanitario europeo e l'Istituto superiore di sanità italiano, che ha immediatamente costituito una task force. A titolo preventivo. Dopo il Covid nessuno ha più voglia di farsi cogliere impreparato da una nuova possibile emergenza sanitaria. Gli epidemiologi dell'istituto Spallanzani di Roma hanno già rintracciato tutti i contatti stretti della persona affetta dal virus per circoscrivere sul nascere un possibile focolaio. Allertate tutte le regioni per tracciare i casi.

Di cosa si tratta? È un'infezione causata da un virus della stessa famiglia del vaiolo ma meno grave e meno capace di diffondersi. È diffuso in particolare tra scimmie, roditori e cani e per di più in Africa. «Nell'uomo si presenta con febbre, dolori muscolari, cefalea, linfonodi gonfi, stanchezza e manifestazioni cutanee come vescicole, pustole, piccole croste» spiega l'Iss. Si può trasmettere da uomo a uomo attraverso goccioline: quindi attraverso respiro da vicino, fluidi corporei o lesioni cutanee. Per questo Anna Teresa Palamara, che dirige il dipartimento di Malattie Infettive Iss, raccomanda «prudenza nei contatti sessuali che presuppongano uno scambio di fluidi corporei, soprattutto se sono presenti lesioni cutanee o sintomi febbrili». L'Ecdc chiede di informare sui rischi soprattutto gli uomini gay con più partner sessuali.

«È possibile che le persone che non sono state vaccinate contro il vaiolo siano a maggior rischio di infezione per l'assenza di anticorpi» spiegano gli esperti. «Teniamo il livello di attenzione alto» sprona il ministro alla Salute Roberto Speranza. C'è da dire che la malattia si risolve da sola nella maggior parte dei casi in un paio di settimane, senza particolare rischio per la salute. Nulla di paragonabile al Covid quindi, anche se questi casi di contagio ci dicono una cosa da non sottovalutare: un altro virus ha fatto il salto di specie, passando dall'animale all'uomo.

Generalmente il vaiolo delle scimmie non è pericoloso ma in alcuni casi il tasso di mortalità è significativo: per la famiglia dell'Africa occidentale è di circa l'1%, mentre per quella del bacino del Congo può arrivare fino al 10%. La priorità è capire le cause del virus e tracciare subito i contagi per evitare epidemie. Anche perchè, specifica l'Oms, «sebbene un vaccino (MVA-BN) e un trattamento specifico (tecovirimat) siano stati approvati per il vaiolo delle scimmie, rispettivamente nel 2019 e nel 2022, queste contromisure, non sono ancora ampiamente disponibili e le popolazioni di tutto il mondo di età inferiore ai 40 o 50 anni non beneficiano più della protezione offerta da precedenti programmi di vaccinazione contro il vaiolo», troppo datati.

Al momento sembra che i contagi si siano verificati tra uomini giovani.

Come mai? «Perchè i giovani viaggiano e non sono vaccinati contro il vaiolo e quindi l'immunità a livello di comunità è calata» spiega Antonella Viola, immunologa dell'università di Padova.

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