La Val d'Aosta: "Su sci e locali decidiamo noi". Ma il governo impugnerà la "secessione"

La legge regionale sulla gestione della pandemia subito contrastata da Bonafede

La Val d'Aosta: "Su sci e locali decidiamo noi". Ma il governo impugnerà la "secessione"

Sulla gestione della pandemia da Covid, la Valle d'Aosta fa la «secessione» e approva una legge anti-Dpcm, per decidere in autonomia sulle aperture di negozi, locali e impianti da sci. «L'obiettivo è ambizioso - ha detto il capogruppo della Lega Vda Andrea Manfrin - ma essenziale per una Regione autonoma, ed è quello di decidere autonomamente le misure che meglio si adattano alle esigenze della nostra Regione». È stato lui a spiegare il testo di legge, di cui è relatore, approvato a maggioranza dal Consiglio regionale della Valle d'Aosta per disciplinare la gestione dell'emergenza epidemiologica da Covid-19 sul territorio della regione autonoma.

Il provvedimento è composto da sette articoli e ha l'obiettivo di «adattare le disposizioni nazionali al territorio valdostano e alle sue specificità, disciplinando le libertà di movimento dei cittadini, le attività economiche e le relazioni sociali, compatibilmente con le misure di contrasto alla diffusione del virus».

Decisioni e prese di posizioni, che possono fare la differenza su un territorio dove il periodo delle feste natalizie è uno dei migliori dell'anno per l'economia legata al turismo. «Con questa legge - ha proseguito Manfrin - che ricalca l'impostazione della legge attuata nella Provincia autonoma di Bolzano per evitare rilievi di costituzionalità, stabiliamo le modalità di riapertura di attività commerciali al dettaglio, servizi alla persona, attività di ristorazione e somministrazione, attività artistiche e culturali, strutture ricettive e attività turistiche, impianti a fune, attività produttive, industriali, artigianali e commerciali su tutto il territorio valdostano».

Questa legge è uno strumento forte e dalle grandi potenzialità, in mano a una giunta regionale che, in questo modo, potrà meglio gestire il delicato equilibrio tra contagi di Covid 19 e la necessita di non far morire l'economia. «Con questa legge - ha proseguito il capogruppo della Lega Vda - abbiamo in mano uno strumento molto potente da utilizzare, e se non lo faremo i valdostani ce ne chiederanno conto».

«Non si tratta - ha precisato il presidente della quarta Commissione Giulio Grosjacques (Union Valdotaine) - di una fuga in avanti, né di un progetto di legge confuso che vuole una zona franca al posto di una zona rossa: vogliamo però ribadire la nostra autonomia, rispetto a un governo centrale che guarda con un certo disinteresse le periferie». Quel che la giunta valdostana si propone è la possibilità di tutelare e mettere in sicurezza i cittadini, portando avanti la ripartenza di un territorio la cui economia è legata al turismo.

«Siamo consapevoli - ha concluso Giulio Grosjacques - dell'attenzione che verrà riservata a livello centrale ai nostri atti normativi, ma la difesa delle nostre prerogative statutarie è indispensabile». Il ddl regionale è stato approvato con 28 voti a favore e sette astensioni: gli autonomisti hanno votato a favore con i gruppi Lega e Pour autonomie, mentre i progressisti, con il Pd, si sono astenuti.

Lo scontro con Roma è totale: il presidente Erik Lavevaz ha annunciato che impugnerà l'ordinanza del ministro Speranza che ha lasciato la regione alpina in zona rossa. Ma il Guardasigilli Alfonso Bonafede ha annunciato che impugnerà la legge anti-dpcm.

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