
Ci vorranno diversi giorni per provare a identificare i volti, coperti da cappucci e passamontagna, delle persone che sabato hanno bloccato l'autostrada A32, assaltato i cantieri della Torino Lione, lanciato pietre e bombe carta contro le forze dell'ordine. Sono in corso in queste ore le indagini della Digos di Torino per individuare i No Tav che hanno scatenato la guerriglia in Val Susa. "Mi è stato assicurato il massimo impegno nell'identificazione di tutti i responsabili di questi atti ignobili e confido che verranno assicurati alla giustizia", ha detto il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi. Oggi il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini sarà proprio nelle zone colpite dalla violenta protesta e gli attivisti hanno già annunciato una contestazione, per cui sono state innalzate le misure di sicurezza. Sul sito Rivoluzione anarchica si legge: "Il ministro sarà presente all'inaugurazione della seconda canna del Frejus, il raddoppio del tunnel autostradale che collega Italia e Francia. Noi saremo lì ad accoglierlo alla moda nostra". E ancora: "Questa valle non si piega, non dimentica e non si fa intimidire né da gesti vigliacchi né da passerelle politiche". I gesti vigliacchi sarebbero da attribuire, secondo gli attivisti, alle fiamme divampate nella notte vicino al loro presidio di San Didero, dove c'è un altro cantiere dell'alta velocità. L'incendio ha distrutto una loro vecchia roulotte già sequestrata e ha lambito il presidio, tanto che sono intervenuti i vigili del fuoco.
Ancora da accertare la cause, forse il forte vento, ma per i No Tav è stata una "ripicca che non ci fermerà. Evidentemente - scrivono sui social - la grande giornata di lotta popolare non gli è andata giù".
E pensare che doveva essere una marcia pacifica quella di sabato contro "i cantieri della devastazione" organizzata dal Movimento nell'ambito del Festival della Felicità che come ogni anno prevede appuntamenti musicali, incontri culturali e ricreativi a Venaus. Un corteo degenerato in poco tempo in tre tronconi di manifestanti che si sono staccati dal serpentone e a volto coperto hanno assaltato i cantieri, incendiato bagni chimici e un container, e bloccato l'autostrada dando alle fiamme delle sterpaglie. Loro hanno definito la giornata "un atto d'amore" e "una difesa generosa e collettiva" della montagna. Il primo cittadino di Torino, Stefano Lo Russo, condanna "con fermezza quanto accaduto, è gravissimo. Non è accettabile che la protesta sconfini nella violenza e in danneggiamenti che colpiscono tutta la collettività. La mia piena e totale solidarietà alle forze dell'ordine coinvolte, la violenza è da condannare, sempre, e non ha nulla a che vedere con la volontà di manifestare pacificamente le proprie idee". Per il sindaco di Venaus Avernino Di Croce "i fatti di violenza sono del tutto estranei al Festival, ne prendiamo le distanze".
Attacca il sindacato di polizia Siulp: "I fatti avvenuti in Val di Susa non possono essere derubricati a semplice protesta - dice il segretario Eugenio Bravo - L'occupazione dell'autostrada Torino-Bardonecchia, gli attacchi ai cantieri, il lancio di pietre e fumogeni contro le forze dell'ordine parlano il linguaggio della violenza organizzata, non certo del dissenso democratico. Siamo di fronte a una deriva preoccupante, a comportamenti eversivi che oendono lo Stato e mettono a rischio la sicurezza pubblica - denuncia -. Non c'è ideale che possa giustificare aggressioni e devastazioni".