Valanga a Campo Felice: due morti in Abruzzo. Bimbo grave a La Thuile

Gli sciatori romani travolti in un fuoripista. Il piccolo milanese caduto da una seggiovia

Valanga a Campo Felice: due morti in Abruzzo. Bimbo grave a La Thuile

Una domenica di paura e di dolore sulle nevi italiane. Dal Nord al Centro, dalle Alpi agli Appennini numerosi incidenti, con un bilancio di due morti e vari feriti, tra cui due bambini. Uno, di cinque anni, milanese, sta lottando per la vita all'ospedale Parini di Aosta, dove è stato trasferito in elisoccorso dal centro traumatologico della località sciistica, dov'era stato inizialmente portato. Il piccolo è scivolato dalla seggiovia Maison Blanche, negli impianti sciistici della Thuile, in Val d'Aosta, su cui si trovava con il padre e con altri due bambini. Il volo è stato di otto metri e il bambino ha sbattuto violentemente la testa. L'incidente è avvenuto, per cause ancora da accertare, subito dopo la partenza del seggiolino dell'impianto, che sale fino al 1652 metri di altezza. Elisoccorso in azione nella giornata di sabato anche per un altro bambino milanese di cinque anni, che ha riportato lesioni interne all'addome in seguito a un incidente sugli sci avvenuto sulle piste nei dintorni di Gressoney-La-Trinité, sempre in Val d'Aosta, ed è stato portato dapprima al Parini di Aosta e poi al San Giovanni Molinette di Torino. Era con un maestro di sci ed è caduto da solo, senza scontrarsi con altri fruitori della pista.

La vera tragedia è però avvenuta in Abruzzo, a Campo Felice, una delle stazioni sciistiche più frequentate dell'Appennino, soprattutto per la sua vicinanza a Roma. E proprio da Roma arrivavano i due sciatori romani che sono stati travolti e uccisi da una valanga staccatasi dall'area che in zona chiamano Anfiteatro. I due, sciatori molto esperti e conosciuti nella zona, Massimo Urbani di 57 anni e Massimo Franzè di 55, in compagnia di un terzo amico, Americo Guerrazzi di 59 anni, stavano sciando ieri mattina presto fuori pista in una zona di neve fresca non servita dagli impianti di risalita del comprensorio. La violenza della neve li ha scaraventati contro gli alberi di un boschetto più a valle. Guerrazzi ha chiamato i soccorsi con il suo cellulare e quando sono giunti sul luogo gli alpini del IX Reggimento e gli uomini del corpo nazionale soccorso alpino hanno trovato Urbani e Franzè già morti. Guerrazzi è stato portato in eliambulanza all'Aquila, dove è ricoverato per alcuni traumi ma non è in pericolo di vita. Le montagne abruzzesi negli ultimi mesi sono state teatro di diversi incidenti, con due morti e molti feriti.

Una valanga anche in Lombardia, sulle Orobe, in Val Caronella. Un uomo di 48 anni di Cosio Valtellino (Sondrio), è stato travolto dalla massa di neve durante un'escursione scialpinistica. Tratto in salvo dagli uomini del Soccorso Alpino di Valtellina e Valchiavenna è stato ricoverato in gravissime condizioni al Giovanni XXIII di Bergamo. La prognosi è riservata. E ieri una valanga si è staccata anche a Camporosso sul monte Lussari, in Friuli, a quota 1600 metri, travolgendo un gruppo di freeriders che stava scendendo lungo un fuoripista. Tutti illesi tranne uno, estratto vivo dai soccorritori e trasportato in ospedale a Udine, dove versa in gravi condizioni.

Le tragedie compiute o sfiorate hanno spinto Meteomont ha ricordare il decalogo (consultabile anche sul sito) per la fruizione in tutta sicurezza della montagna.

Tra le regole più importanti, valide per qualsiasi attività si intenda affrontare, c'è la conoscenza dei propri limiti tecnici e psicofisici, l'informazione precisa sulle condizioni meteorologiche e nivologiche; il possesso con sé di un'attrezzatura adeguata; la valutazione dei fattori che influenzano le valanghe (venti, temperature, precipitazioni, pendenza ed esposizione dei versanti), il muoversi sempre lungo le creste e le dorsali e soprattutto sapere rinunciare all'escursione quando qualcosa insospettisce.

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