Due cugini, Alessio Guerrieri e Simone Ramazzotti, gli altri amici e compagni di scuola. La media statale Aldo Moro, che li ha visti crescere sempre uniti. La passione era la stessa per Alessio, Leonardo e Valerio, il calcio. Quello giocato sui campi polverosi di periferia, nella squadra locale, l'Asd Tor Lupara 1968, dove il papà del primo, Leandro Guerrieri, era stato presidente.
Sempre assieme anche all'Istituto Angelo Frammartino, a poche centinaia di metri dal punto in cui hanno perso la vita con Giulia Sclavo e Flavia Troisi. Valerio e Simone erano compagni di classe all'indirizzo Turistico della scuola superiore, Alessio e Leonardo ad Amministrazione, Finanza e Marketing dove hanno conosciuto Flavia che l'ha frequentato per un solo anno. Classe 2001, Leonardo era il più piccolo dei quattro maschi: il 29 dicembre aveva appena festeggiato i 21 anni.
Sei ragazzi come tanti, appuntamento in piazza per l'aperitivo, poi a ballare fino al mattino. «Alessio, Simone, Leonardo e Valerio, quando stavano assieme, erano un taglio» raccontano altri ragazzi come loro a Fonte Nuova. Mai uno screzio, sempre sorridenti. Li ricordano così quei sei adolescenti della generazione Z o meglio ancora, i post millennials. «Plurals» cresciuti a IPhone e serie tv, caviglie scoperte, ciuffi di capelli un po' furbetti sulla fronte.
La prima a fare le condoglianze alle famiglie è proprio la preside dell'Istituto Frammartino, Giuliana Vazza. «Quattro studenti brillanti, intelligenti e creativi, tutti bravi ragazzi. Siamo sconvolti» racconta la professoressa Maria Caterina Gualaccini, responsabile della succursale di Fonte Nuova. Alessio Guerrieri dopo il diploma si iscrive all'Università, facoltà di Architettura, Leonardo Chiapparelli a Economia e Commercio. Simone Ramazzotti, invece, faceva l'istruttore di nuoto. Valerio Di Paolo, alla guida dell'auto della mamma, lavorava come meccanico nell'officina del papà, nell'area industriale della frazione di Santa Lucia, e aveva la passione per la kick boxing. Valerio, Alessio e Leonardo si erano conosciuti tirando calci con la maglia rosso blu della scuola calcio locale. «Valerio era un esterno destro - ricordano alla Tor Lupara Calcio -, Alessio a centrocampo e Leonardo terzino».
Un grande amore interrotto con gli studi universitari. «La vera grandezza sta in come ti giochi le carte che hai» posta Di Paolo sul suo profilo Instagram. «Ho solo ricordi bellissimi di quei tre - ricorda commosso Giovanni Evangelista, dirigente della società calcistica -, sono cresciuti con i miei figli. Erano bravissimi». Decine i messaggi via social: «La società tutta - scrivono dal Tor Lupara Calcio -, il presidente Donato Olivieri si stringe al dolore delle famiglie dei ragazzi vittime del tragico incidente che ha spezzato le loro giovani vite». Mentre il sindaco della cittadina, Piero Presutti, annuncia il lutto cittadino, per tutto il giorno centinaia di persone si sono riunite sul luogo della tragedia.
Stesso posto dove perdono la vita, in circostanze simili, altri cinque ragazzi a bordo di una Peugeot. È il 12 maggio del 2007 quando Fabio Volpe, Veronica Gnisci, Simone Falchi, Mirko Petricone, Emanuele Manili, rientrando a casa dopo una serata in discoteca, si schiantano contro un platano sul lato opposto al loro senso di marcia. Fabio, 18 anni, è alla guida dell'auto. Anche lui viene ricoverato al Sant'Andrea in condizioni disperate, fino a quando i medici dichiarano la morte cerebrale.
Sott'accusa la via Nomentana che nel tratto urbano di Fonte Nuova diventa una pista da Formula 1. In quel tratto nel 2014 perdono la vita anche un padre in scooter con il figlio di sette anni, Stefano De Amicis e il piccolo Cristian. I due erano andati all'Olimpico a vedere la partita Roma - Bayern Monaco.
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