Sette anni di mancate risposte sul perché Valentina Tarallo era stata uccisa in Svizzera.
La ricercatrice originaria di Orta Nuova, in provincia di Foggia, ma residente nel comune torinese di La Loggia, dopo essersi laureata in Biotecnologie, si era trasferita a Ginevra per lavorare come ricercatrice nell'ospedale universitario, dove studiava una cura per le malattie rare.
Dopo tutto questo tempo, finalmente, ha un nome e un volto il killer che la sera dell'11 aprile 2016 l'ha finita a colpi di spranga. Già da tempo i sospetti erano caduti su di lui, ma ora l'uomo è finito in manette.
Si tratta di Djiby Ba, arrestato alla periferia di Dakar, in Senegal, su mandato di cattura internazionale spiccato dalle autorità elvetiche, coordinate dalla procuratrice Séverine Stalder.
È il principale indiziato del delitto e all'epoca dei fatti aveva 36 anni. L'assassino ha un passaporto italiano, acquisito attraverso un precedente matrimonio. Anche in prime nozze si era rivelato una belva. Viene infatti descritto da chi lo conosce, come una persona violenta, anche nei confronti della prima moglie, che lo aveva denunciato per maltrattamenti. Nel 2014, a seguito di queste accuse, era stato estradato dall'Italia.
Inizialmente si era creduto che Valentina fosse morta durante un tentativo di rapina finito male. Ma poi, il proseguo delle indagini aveva portato a tutt'altro scenario, indirizzando gli accertamenti verso la pista del delitto passionale.
La donna viveva in Svizzera per ragioni di lavoro e nell'ospedale dove prestava servizio aveva incontrato Ba. Tra i due era nata una relazione, finita abbastanza presto. Lei lo aveva lasciato, ossessionata dall'eccessiva gelosia.
Il senegalese, però, aveva cercato di farle cambiare idea più di una volta e all'ennesimo rifiuto, l'ha attesa vicino casa, nel quartiere dell'ospedale universitario e l'ha colpita più volte con una spranga. Le telecamere hanno ripreso la fuga di Ba, proprio mentre un collega della ricercatrice cercava inutilmente di salvarla. Pochi giorni dopo la salma era rientrata in Italia, dove è stata riconsegnata alla famiglia per il funerale.
L'uomo si è allontanato su di un bus e alcune telecamere di sicurezza lo hanno ripreso. Ma sono state le impronte digitali, scoperte sull'arma che aveva utilizzato, a incastrarlo.
Già nel 2020 l'assassino era stato localizzato in Senegal, ma le ricerche erano state interrotte a causa del Covid.
Sono poi riprese a fine della pandemia e le forze di polizia hanno scoperto che per sfuggire alla cattura, dopo aver fatto fuori la ricercatrice, Ba avrebbe utilizzato quattro identità differenti. Vista la nazionalità, non potrà essere estradato in Svizzera, perciò nei suoi confronti è stato aperto un procedimento penale in Senegal.
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